L’indagine che ha portato al rinvio a giudizio di 14 ex consiglieri comunali di Crotone, “come risulta dagli atti di causa, prende le mosse, per come già accaduto in svariati altri casi, da una mia denunzia e non mi risulta affatto di essere accusato dell’indebita percezione di gettoni di presenza, anzi, semmai è risultata la mia partecipazione ad un numero di commissioni più che doppio rispetto a quante me ne venivano remunerate”. Lo afferma in una nota l’ex consigliere Fabrizio Meo, tra i rinviati a giudizio. Le accuse contestate, a vario titolo, sono falso e truffa. “Allo stato – prosegue – l’accusa, si è ridotta alla pretesa di aver fatto percepire ad un ignaro consigliere, a sua completa insaputa perciò, un gettone di presenza dal valore di 32 euro circa, a tanto ammonta il Tesoro di S. Gennaro che giustifica il mio stato d’accusa. Le intercettazioni ambientali in atti di causa danno l’esatta, precisa misura della verosimiglianza di un simile addebito”.