La Corte di Strasburgo dà finalmente alle centinaia di creditori della Fondazione Tommaso Campanella la speranza di essere pagati. Il loro ricorso predisposto dagli avvocati Salvatore Ioppoli (studio Ioppoli e Associati di Catanzaro) e Francesco Verri (studio Ontier con sedi, in Italia, a Roma, Milano e, dal primo settembre, Crotone) è stato infatti dichiarato ricevibile dalla Corte Europea. E ricevibile significa non manifestamente infondato. Il prossimo passo potrebbe essere quindi la condanna dello Stato a pagare al posto della Fondazione, insolvente.
La Fondazione Campanella ha accumulato un debito di decine di milioni di euro verso dipendenti e fornitori. Molti professionisti hanno assistito per mesi i pazienti dell’ospedale aspettando invano di ricevere lo stipendio, fino alla conclusione più triste e dolorosa: la perdita del posto di lavoro.
A nulla, dal lontano 2015 sino ad oggi, sono valse le azioni giudiziarie intraprese davanti ai giudici nazionali. Le casse vuote della Fondazione le hanno hanno impedito il pagamento dei debiti.
A dicembre del 2023, però, poco meno di cento ex dipendenti della Fondazione Campanella hanno presentato ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo. Attraverso gli avvocati Ioppoli e Verri, hanno chiesto alla Corte Strasburgo di accertare la violazione del diritto di proprietà e del diritto al giusto processo (quest’ultima risultato dei provvedimenti giudiziari rimasti lettera morta). Poiché la Fondazione, costituita a suo tempo da Regione Calabria e Università, è un organismo di diritto pubblico, in base ai precedenti del Tribunale internazionale è lo Stato centrale a dover intervenire, pagando i debiti sotto forma di risarcimento dei danni patrimoniali.
Dopo appena due mesi dall’introduzione del ricorso, siamo già a una prima svolta. Dichiarando ammissibile la domanda, la Corte ha promesso che se ne occuperà presto partendo da un primo giudizio di non manifesta infondatezza. E’ il primo importante passo di un cammino che potrebbe condurre, dopo anni di ingiustizie e amarezze, al soddisfacimento dei diritti di centinaia di persone.