I finanzieri del Comando provinciale di Bologna e dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalita’ organizzata) di Roma hanno eseguito, in Emilia Romagna, Lazio e Calabria, una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pregiudicati ritenuti affiliati alla ‘ndrina dei Bellocco di Rosarno, responsabili di un episodio di estorsione ai danni dei familiari di un collaboratore di giustizia in provincia di Ravenna. Contemporaneamente all’esecuzione del provvedimento sono state effettuate numerose perquisizioni. L’operazione trae origine dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Nicola Femia che aveva riferito alcuni episodi di estorsione prodotti da alcuni calabresi attivi sul territorio emiliano-romagnolo e riconducibili alla ‘ndrina dei Bellocco di Rosarno, riconosciuta come una delle consorterie criminali piu’ antiche, pericolose e potenti della ‘Ndrangheta reggina. La vicenda risale al gennaio 2011, quando l’attuale collaboratore di giustizia riceveva le prime richieste estorsive collegate alla gestione di una sala scommesse da lui diretta a Roma. Successivamente, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, nonostante il Femia fosse ristretto in regime carcerario, le richieste di denaro (per un ammontare di 250mila euro) erano riprese nei confronti dei figli, residenti in provincia di Ravenna. L’indagine si e’ avvalsa delle telecamere di sorveglianza installate presso il municipio del comune ravennate: come scrive il GIP nell’ordinanza, “ha permesso di riscostruire e riscontrare analiticamente la vicenda estorsiva che ha visto coinvolti a Conselice (RA), da un lato, come parti offese, i figli del noto boss Nicola Femia e dall’altro, nella veste di autori del delitto estorsivo, gli odierni indagati, inseriti o gravitanti nell’orbita della ‘ndrina “Bellocco”, comunque avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal gruppo criminale di stampo ‘ndranghetista.”