Si torna a parlare del caso dello striscione contro la violenza sulle donne rimosso per ordine del sindaco di Sant’Onofrio, nel Vibonese, episodio che suscitò un certo clamore soprattutto perché si verificò nel periodo dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
Adesso, per i componenti dell’associazione Bubini Aps che lo aveva prodotto ed esposto, infatti, è arrivata una sanzione comunale di oltre 300 euro per violazione del codice della strada.
Il fatto avvenne lo scorso 25 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, quando un gruppo di persone, appartenenti all’associazione che ha sede nella cittadina calabrese espose lo striscione con la scritta “Proteggi tua figlia, educa tuo figlio”.
In poco tempo, però, il manifesto venne rimosso dall’amministrazione comunale di Sant’Onofrio a causa, scrisse l’associazione, di motivazioni “storiche ed estetiche”.
“Siamo fuorilegge – fa sapere l’associazione Bubini Aps sui social – per aver sostenuto una causa importantissima come quella contro la violenza di genere. Lo siamo anche per aver seguito alla lettera le indicazioni dateci da un importante componente della nostra amministrazione. E come si sa, i fuorilegge vanno puniti. Siamo stati anche definiti ignoranti, perché la legge, giustamente, non ammette ignoranza. Quindi, in sintesi, siamo fuorilegge e ignoranti per aver seguito indicazioni da chi ci accusa di esserlo. Qualcosa non torna”.
“Né una multa, né il capriccio di qualcuno – fanno sapere dall’associazione Bubini Aps – ci fermeranno. Noi agiremo sempre in buona fede e per il bene del nostro paese, continuando ad organizzare tutto ciò che le nostre possibilità ci permettono di fare”.(ANSA)