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Crotone
Dicembre,5,2025

Due dottoresse ai domiciliari, rilasciavano false certificazioni mediche. Indagate altre 142 persone

Due medici di base operanti nella Locride sono stati posti agli arresti domiciliari.
Le due dottoresse, sono indagate, unitamente ad altre 142 persone e a diverso titolo – per falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale e truffa ai danni dello Stato.
Il provvedimento è stato emesso da GIP di Locri, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Dott. Giuseppe Casciaro, in seguito ad una complessa attività investigativa, che è stata avviata a seguito della presentazione di una denuncia da parte di un privato cittadino ed è stata condotta dal Gruppo della Guardia di finanza di Locri, anche con il ricorso a voluminose acquisizioni documentali e mirate attività di intercettazioni telefoniche e ambientali.
Dalle indagini è emerso uno “scenario allarmante” nell’ambito del quale i suddetti medici di base procedevano, in maniera “spregiudicata” e “disinvolta”, al rilascio di numerosi certificati di malattia in favore di soggetti beneficiari – perlopiù braccianti agricoli – attestando periodi di infermità anche di lunga durata, sovente come prosecuzione di precedenti certificazioni, senza effettuare alcuna visita medica.
Tali condotte di “esercizio distorto della professione medica” avrebbero consentito ai destinatari delle false certificazioni di beneficiare indebitamente di numerose assenze sul posto di lavoro e la parassitaria percezione illecita delle relative indennità di malattia, da parte dell’INPS, per un importo complessivo di quasi 70 mila euro.
Gli accertamenti svolti hanno consentito di disvelare condotte illecite seriali, caratterizzate dal rilascio in “ciclostile” di certificazioni sanitarie false, in tempi estremamente rapidi, talora basandosi su semplici conversazioni tramite piattaforme di messaggistica telefonica o demandando a terzi il ritiro di certificati già precompilati.
E’ risultato finanche che talvolta la durata della malattia veniva decisa al momento, anche in autonomia dai pazienti stessi, arrivando a certificare per pazienti appartenenti al medesimo nucleo familiare la medesima diagnosi (patologia al braccio e disturbi d’ansia) per il medesimo periodo temporale.
Emblematico è risultato il caso di una certificazione per “sindrome ansioso depressiva” con una prognosi di 20 giorni ritirata presso lo studio di uno dei due medici indagati in una mattina d’estate dalla madre dell’interessato, un giovane bracciante agricolo, che al momento della certificazione della malattia era “tutt’altro che ammalato ma serenamente a letto”, dopo aver fatto “le ore piccole” la notte precedente.

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