Erano pronti a sparare ai Carabinieri se fossero stati intercettati nel corso dei loro traffici illeciti, pur di sfuggire all’arresto. Era pronta a tutto la banda sgominata nel Reggino dall’Arma che ha arrestato 10 persone, fra cui un minorenne. Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, minaccia aggravata, danneggiamento seguito da incendio, danneggiamento, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da sparo, con l’aggravante del cosiddetto “metodo mafioso”. Queste le accuse che hanno portato all’arresto, nel territorio dei comuni di Bagnara Calabra e Sant’Eufemia d’Aspromonte, nel Reggino. Le indagini, condotte dalla compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, avrebbero permesso di provare l’esistenza di un sodalizio criminale composto da personaggi di Bagnara Calabra, dedito principalmente al traffico di cocaina e marijuana, che ricorrevano sistematicamente all’intimidazione violenta e armata per perseguire i loro interessi illeciti ed affermare la propria capacita’ di controllo mafioso nel territorio di riferimento. Le indagini sono state avviate nel 2017 dopo che, nel pomeriggio dell’8 agosto, a Bagnara Calabra, furono sparati colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione del comandante facente funzioni della locale Polizia municipale. Gli accertamenti scientifici dei Carabinieri del R.I.S. di Messina hanno consentito di individuare il responsabile: si tratta di Fortunato Pratico’, uno degli arrestati. Pratico’ sarebbe al vertice del sodalizio criminale dedito allo spaccio nella “piazza” di Bagnara Calabra. Le intercettazioni, i pedinamenti e i riscontri eseguiti dai militari dell’Arma avrebbero permesso di delineare gli assetti dell’organizzazione. Fortunato Pratico’ fu arrestato, in flagranza di reato, sorpreso dai Carabinieri con un fucile “a pompa” calibro 12. Era il 1 dicembre 2017. L’uomo si era procurato il fucile e con il volto coperto da un passamontagna, voleva uccidere una persona, ancora non identificata, ma comunque legata all’assassinio del cugino Francesco Catalano, avvenuta in un agguato di matrice mafiosa nel 2010 a Bagnara Calabra.