La Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria ha contestato un danno erariale pari a oltre 35 milioni di euro in relazione all’appalto di un termovalorizzatore e di diversi centri di stoccaggio nell’ambito della creazione del sistema integrato di smaltimento dei rifiuti denominato “Calabria Nord” aggiudicato nell’anno 2000 dal Commissario straordinario di Governo per l’emergenza rifiuti in Calabria.
L’opera, che avrebbe dovuto risolvere gli annosi problemi nella gestione e smaltimento dei rifiuti nella parte settentrionale della Calabria, non è mai stata avviata e a seguito di un
contenzioso insorto tra la Gestione Commissariale e la società aggiudicataria dell’appalto, ha determinato un danno erariale alla Regione Calabria per l’importo plurimilionario contestato.
Gli accertamenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno permesso di disvelare la complessa ed articolata vicenda, individuando i connessi profili di responsabilità amministrativa, allo stato ritenuti imputabili alla condotta gravemente negligente dell’avvocato incaricato della difesa erariale che ha curato la rappresentanza nel contenzioso e del dirigente regionale preposto alla adozione delle iniziative per conto della Regione Calabria, nell’ambito di un desolante quadro di inefficienza e disorganizzazione della macchina amministrativa regionale.
I due soggetti citati in giudizio dovranno rispondere, ciascuno per una quota parte del 50%, del danno derivante dalla perdita per la Regione Calabria della possibilità di vedere riformata la pronuncia arbitrale, che la Procura contabile ha ritenuto essere elevatissima, quantificandola nel 90% del nocumento complessivo cagionato alle casse pubbliche pari a circa € 40.000.000,00.