Parola d’ordine: restare agganciati al treno delle ultime quattro. In casa Crotone ormai è questa una delle ultime spiagge alla quale rimanere attaccati per evitare una rovinosa retrocessione che rischia di diventare pressoché certificata dopo il girone di andata. I numeri dicono che c’è ancora margine, non tanto ma c’è. La speranza che i tifosi del Crotone alimentano giorno dopo giorno però deve trovare rispondenza nelle prestazioni della squadra che, a dire il vero, ci sarebbero anche ma che per qualche motivo imprevisto (ultimamente anche le decisioni arbitrali) fanno sì che tutto diventi vano. “Aiutati che dio ti aiuta”, recita un vecchio adagio ma spesso se non ci si pensa da soli è difficile che altri ti allunghino una mano. Eppure i progressi sono stati fatti e si sono visti. Dal cambio del modulo in poi il Crotone ha festeggiato la prima vittoria, ha pareggiato in trasferta e sfiorato più volte il risultato pieno. Ma poi è caduto nelle amnesie di sempre, specie quelle degli ultimi minuti. L’effetto legato allo stadio Ezio Scida, poi, non si è visto come forse qualcuno se lo auspicava. Nelle tre gare disputate il bottino è stato davvero magro: una vittoria e due sconfitte. Troppo poco per puntare ad una rinascita facendo leva sul fattore campo. Vabbè che gli avversari sono stati Napoli, Chievo e Torino ma nel computo di queste tre gare casalinghe ai rossoblù mancano almeno tre punti. I motivi di tanta pochezza? Tanti e forse anche extracalcistici. La vicenda stadio soprattutto. E poi il gap tecnico che non permette al Crotone di decollare. Ultimamente poi Nicola non può nemmeno operare delle scelte come magari vorrebbe. Se per esempio contro il Chievo il Crotone ha messo in mostra un Nalini in gran spolvero e che poteva essere un valore aggiunto nel reparto d’attacco, il suo infortunio è coinciso con una serie di prestazioni sottotono dei vari Palladino, Tonev e Stoian che hanno sottratto potenzialità e pericolosità al gioco d’attacco. Si ha la sensazione come se questa squadra, a questo punto della stagione, non abbia ricambi all’altezza di coloro che giocano da titolari ormai da qualche settimana. In difesa, l’infortunio di Dos Santos ha praticamente azzerato le scelte per cui Ferrari e Ceccherini dovranno tirare la carretta almeno per un mese ancora. A centrocampo Salzano non offre più le giuste garanzie (e arrivano richieste per lui in vista del mercato di gennaio), così come le prestazioni di Crisetig non sono in linea con le aspettative. Restano così lo svedese Rohdén (che si barcamena anche con gli impegni della propria nazionale), Capezzi e soprattutto Barberis che lo scorso anno titolare non era. E per finire anche la contestazione si un pubblico che da questa serie A si aspettava qualcosa di diverso.