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Gennaio,10,2025

Compie venti anni la Legge Sirchia: varata il 10 gennaio 2005 detta in Italia le regole sul fumo nei locali pubblici

Il 10 gennaio 2005, vent’anni fa, entrava in vigore il divieto di fumo nei luoghi pubblici. La legge Sirchia, dal nome dell’allora ministro della Salute nel secondo governo Berlusconi è la n°3 del 2003, articolo 51.
Fu una svolta epocale, che cambiò le abitudini degli italiani, prima di tutto nei locali pubblici.
Chi frequentava pub, bar, e ristoranti fino ai primi anni duemila, tornava a casa con il fumo nei polmoni e nei vestiti.
Oggi chi fuma esce, in spazi dedicati. I ristoratori si sono adatti e non si è verificato il fenomeno che temeva chi era contrario alla legge: i locali non sono rimasti vuoti, anzi molti non fumatori che evitavano i luoghi pubblici, riscoprirono il piacere di passare una serata in compagnia e, cosa pìù importante, non si sono persi posti di lavoro.
L’ex ministro Girolamo Sirchia lo ha spiegato al Corriere della Sera. «Tanti ristoratori, nonostante le grandi resistenze iniziali, finirono col tempo per ringraziarmi. E così tantissima gente che lavorava nei locali notturni, dove prima dell’approvazione della legge, al chiuso delle discoteche, in molti si erano ammalati a causa del fumo passivo. Per non dire di quello che mi capitò per molto tempo sul treno con cui facevo su e giù da Milano. Tutto il personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato, una volta che mi riconosceva, veniva a stringermi la mano. Poveretti, erano persone che vivevano immerse nel fumo altrui e che la mia legge aveva liberato da questa atroce condanna». La legge aboliva anche le carrozze fumatori. Da allora non si fuma più sui treni.
Secondo i dati pubblicati nel maggio 2024, un italiano su quattro è fumatore
La maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%).
«Negli ultimi 15 anni la percentuale di fumatori si è ridotta, ma troppo lentamente. Erano il 30% nel 2008, adesso si attestano al 24%», ha detto il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Rocco Bellantone, «Questo processo va accelerato puntando sulla prevenzione, che deve partire dalle scuole. Sono infatti proprio le scuole uno dei luoghi principali in cui costruire una socialità tra i bambini e ragazzi che punti a promuovere stili di vita sani, come l’abitudine a non fumare».
I divieti di fumo nei luoghi pubblici si sono allargati con divieti locali. A Milano il fumo all’aperto è bandito praticamente dappertutto a partire da questo gennaio. Il divieto di fumare è stato esteso a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico all’aperto, incluse vie e strade, dehors di bar e ristoranti. Sono escluse solo le aree isolate in cui è possibile rispettare la distanza di 10 metri da altre persone. Il divieto di fumo riguarda i prodotti del tabacco, mentre è ammesso l’utilizzo di sigarette elettroniche.
Per far diminuire i fumatori all’estero è stato aumentato il prezzo delle sigarette, in Francia un pacchetto costa 12.50, in italia non supera i 6 euro.
L’associazione italiana di oncologia medica ha proposto di raddoppiare il prezzo delle sigarette per sostenere la sanità. Si tratta di un aumento di 5 euro a pacchetto ed equivarrebbe a un ricavo di 13,8 miliardi di euro per lo Stato.

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