“La propagazione della Xylella fastidiosa in Puglia e i casi emergenti in Basilicata chiamano la Calabria a reagire in tempo, consolidando strategie preventive e un fronte comune istituzionale”.
Lo sostiene in una nota la Cia, Confederazione italiana agricoltori.
“La malattia che ha colpito duramente il Salento dal 2013 – prosegue la nota – dimostra di non arrestarsi: le condizioni climatiche favorevoli e la mobilità degli insetti vettori suggeriscono che la Calabria non può più considerarsi ‘zona franca’.
La Calabria vanta una delle più antiche e raffinate tradizioni olivicole italiane, dove cultivar come la Carolea, la Roggianella o la Ciciarello costituiscono non solo una risorsa economica, ma anche culturale e paesaggistica. Le mappe di rischio agronomico mostrano che molte aree della regione, in particolare le fasce collinari e le zone costiere con clima mite, sono compatibili con la sopravvivenza e la diffusione del batterio”.
Riguardo agli interventi, secondo la Cia, “dal fronte sperimentale e dai territori pugliesi emergono indicazioni che in Calabria dovrebbero diventare prassi consolidate. Il monitoraggio continuo è la prima barriera efficace. Qualora si individuino piante infette – prosegue la nota – l’azione tempestiva di eradicazione e l’istituzione di zone tampone circostanti possono impedire che il batterio si diffonda.
Contemporaneamente, intervenire sui vettori, in particolare la Philaenus spumarius, con interventi agronomici (lavorazioni leggere superficiali, diserbo programmato) e trattamenti mirati è fondamentale. Un altro pilastro è la gestione del verde spontaneo e delle piante ospiti. Terreni incolti, bordi di strade, fossi e aree non curate offrono habitat ideali per il vettore; mantenerli puliti e ben gestiti è un impegno che deve riguardare non solo gli agricoltori, ma anche le amministrazioni locali e gli enti territoriali. In questo senso, la prevenzione è una responsabilità collettiva”.
Per la Cia, inoltre, rivestono un “ruolo strategico i vivai certificati e la filiera vivaistica”. “La qualità – afferma Maria Grazia Milone, presidente di Cia Agricoltori italiani Calabria centro – è lo strumento per superare le difficoltà e vincere le sfide insieme. Il vivaio è punto di partenza della filiera produttiva agroalimentare, per cui per ottenere produzioni di qualità è necessario partire da piante di qualità”.
Per il presidente regionale Nicodemo Podella, “quando la difesa è messa in moto oggi, con responsabilità e visione collettiva, si può sperare di evitare che la Xylella tenga il destino della Calabria nelle sue spire. La chiamata è alle istituzioni, agli agricoltori, alle filiere, e alla stessa società civile affinché, insieme, costruiscano una barriera di prevenzione che salvi il nostro patrimonio verde dalle ombre di un batterio implacabile”.
Cia, in Calabria attuare misure prevenzione contro Xylella

