“Aprire subito i cantieri dell’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. Priorità al dibattito pubblico e alla tutela dell’ambiente con la consapevolezza che sono opere necessarie inserite anche nel PNRR e che devono essere antierrealizzate nei tempi stabiliti. Sono risorse importanti che la Calabria non può perdere”. Lo ha detto Antonio Di Franco della segreteria nazionale della Fillea Cgil, che ha concluso la “Festa dei Minatori” a Crotone e Acri. Una due giorni che si è caratterizzata per l’attenzione posta sulla voglia di riscatto dei lavoratori minatori e, soprattutto, sulla necessità di aver riconosciute migliori condizioni di lavoro e di sicurezza sui posti di lavoro. Toccante la testimonianza di Veronica Rigiracciolo, nipote di un sopravvissuto alla tragedia di Marcinelle. “Mio nonno – ha raccontato Veronica – lavorava a Marcinelle da circa una settimana quando successe la tragedia e questa forse è stata la sua fortuna. I minatori andavano a Marcinelle perché erano pagati di più proprio perché non c’era sicurezza. Mio nonno è risalito dopo tre giorni. Ogni volta che chiedevo a mio nonno com’era il lavoro in miniera lui mi rispondeva sempre allo stesso modo: gioia del nonno, io quando morirò andrò in Paradiso perché so cosa è l’inferno”. Non è vero che conviene lavorare 11/12 ore al giorno perché si guadagna di più. Non si guadagna di più, si mette solo a rischio la vita a danno della salute e di chi non ha un lavoro. Gli accordi sottoscritti dalla Fillea con il Ministero delle infrastrutture e con le principali stazioni appaltanti di questo Paese sono chiari e prevedono la possibilità del “ciclo continuo” sette su sette, ma con tre turni da 8 ore giornalieri e quattro squadre impegnate. Questo è l’unico modo per coniugare la necessità di rispettare i tempi con la priorità di garantire un lavoro sicuro e della maggiore occupazione.