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Novembre,17,2024

Carceri, l’associazione Coscioni diffida le asl per garantire il diritto alla salute

L’Associazione Luca Coscioni, attiva a tutela dei diritti, tra cui quello alla salute, ha inviato 102 diffide della Direzioni generali delle Aziende Sanitarie Locali delle città dove si trovano i 189 istituti penali italiani. Si tratta di diffide ad adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza con il fine di apprezzare le circostanze relative all’igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio-sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma. Iniziativa lanciata alla luce della pressoché totale mancanza nel recente decreto carceri di misure strutturali volte a garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia che tiene in considerazione il fatto che ai direttori generali delle aziende sanitarie spetta il compito di riferire al Ministero della Salute e quello della Giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare. E’ infatti onere delle ASL accertare, anche attraverso visite ispettive agli istituti di pena, che le condizioni di igiene siano rispettate e, in caso contrario, intervenire per interrompere eventuali gravi mancanze. “L’Associazione Luca Coscioni –dichiarano l’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato- ha deciso di lanciare questa iniziativa perché la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell’ultimo decreto del Governo in materia di carceri, oltre che quanto denunciato sistematicamente dai rapporti dei Garanti cittadini e regionali, fanno emerge una situazione di patente violazione strutturale, tra gli altri, del diritto alla salute delle persone ristrette nel nostro Paese”. Le diffide, tra le altre cose, ricordano come al 31 luglio 2024, 64 persone si siano tolte la vita negli istituti di pena con motivazioni le più varie ma che, stando ai resoconti delle cronache, risultano legate alle condizioni di vita in carcere dove oltre allo stress da sovraffollamento si aggiungono condizioni igienico-sanitarie fuori norma, con presenza di pulci e cimici nelle celle, nidificazione di piccioni negli spazi aperti non puliti, pessima qualità del servizi igienici, spesso condivisi con zone cottura in celle sovraffollate, scarsa o inadeguata ventilazione dei locali, scarsità d’acqua e/o mancanza di acqua calda, mancanza di docce nelle celle, docce in comune con muffe e locali insalubri, zone destinate al passeggio non adatte a creare condizioni di riparo dagli agenti atmosferici (caldo estivo, freddo invernale) e che a questo già drammatico dato devono aggiungersi i sette rappresentanti della polizia penitenziaria che si sono suicidati per motivi legati al loro lavoro, appesantito e reso frustrante dalla cronica mancanza di personale.

La classifica del sovraffollamento:

• Regione Puglia – 144% (4.037 uomini e 220 donne)
• Regione Lombardia – 143% (8.349 uomini e 464 donne)
• Regione Friuli-Venezia Giulia – 140% (651 uomini e 27 donne)
• Regione Veneto – 135% (2.513 uomini e 131 donne)
• Regione Lazio – 129% (6.409 uomini e 433 donne)
• Regione Molise – 129% (355 uomini)
• Regione Basilicata – 125% (460 uomini)
• Regione Emilia-Romagna – 124% (3.541 uomini e 172 donne)
• Regione Campania – 120% (7.200 uomini e 331 donne)
• Regione Liguria – 120% (1.268 uomini e 66 donne)
• Regione Umbria – 119% (1.531 uomini e 69 donne)
• Regione Calabria – 110% (2.918 uomini e 67 donne)
• Regione Marche – 110% (905 uomini e 21 donne)
• Regione Piemonte – 109% (4.186 uomini e 160 donne)
• Regione Sicilia – 104% (6.497 uomini e 252 donne)
• Regione Abruzzo – 101% (1.602 uomini e 88 donne)
• Regione Toscana – 99% (3.059 uomini e 85 donne)
• Regione Trentino-Alto Adige – 91% (426 uomini e 46 donne)
• Regione Sardegna – 83% (2.128 uomini e 50 donne)
• Regione Valle d’Aosta – 80% (146 uomini)

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