I Carabinieri Forestali del Reparto Parco Nazionale della Sila hanno eseguito due misure cautelari di arresti domiciliari nei confronti di un dirigente di Calabria Verde, l’azienda forestale regionale, e di un libero professionista per il reato di concussione in concorso. L’Arma ha anche eseguito perquisizioni nella sede di Catanzaro, alla ricerca di documenti. Le ipotesi di reato si riferiscono ad alcune concessioni boschive rilasciate a una ditta della provincia di Cosenza. Una trentina i militari impiegati nell’operazione. Secondo l’accusa, sarebbe stata pagata una tangente di 20.000 euro per ottenere il rilascio di un’autorizzazione boschiva. Il funzionario di Calabria Verde avrebbe spinto un giovane imprenditore boschivo a pagare per vincere l’appalto di un lavoro di disboscamento. Il ruolo dell’agronomo sarebbe stato quello di intermediario. “E’ un segmento dell’inchiesta che riguarda Calabria Verde particolarmente importante, perche’ mette il dito nella piaga del problema collegato alla gestione dei tagli dei boschi e forse anche agli incendi boschivi estivi”. Lo ha detto Eugenio Facciolla, procuratore di Castrovillari, nel corso della conferenza stampa che e’ seguita all’arresto dei due. “L’imprenditore si era gia’ aggiudicato gli appalti – ha precisato Facciolla – ma quando sono iniziati, i lavori sono stati subito bloccati ed e’ stato avvicinato per far si’ che si potessero sbloccare i tagli boschivi. C’e’ un problema culturale di mancanza di rispetto del territorio, ma c’e’ anche un problema di crisi a livello politico e istituzionale – ha detto Facciolla – e’ ora che ci si svegli e che si capisca che si deve rimuovere, sospendere, spostare altrove chi rimane nelle maglie della giustizia”.