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Crotone
Novembre,18,2024

BLITZ DDA A BERGAMO: 33 ARRESTI CONTRO IL CLAN DELLE ‘NDRINE

Associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività di una nota cosca ‘ndranghetistica del crotonese, in relazione a condotte di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari: sono i reati contestati a vario titolo a 33 persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale e dalla guardia di finanza di di Bergamo che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Brescia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura bresciana. In particolare il provvedimento dispone la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari nei confronti dei 33 indagati, nonché il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di oltre 6,5 milioni di euro. Contestualmente, sono in corso decine di perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria. Secondo l’ipotesi accusatoria il presunto sodalizio criminale avrebbe messo in atto un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. L’operazione si inserisce in una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Dda della Procura di Brescia – e originariamente svolta dai carabinieri di Bergamo – in relazione a condotte estorsive che sarebbero state poste in essere nella bergamasca da alcuni soggetti ritenuti collegati a ‘ndrine calabresi, il cui sviluppo ha portato – a seguito del coinvolgimento anche della Guardia di Finanza per la definizione degli accertamenti di natura economico-finanziaria – alla ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Questo sarebbe stato realizzato dal sodalizio mediante almeno 7 società “cartiere”, intestate a prestanome o ad imprenditori compiacenti e con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, al fine di riciclare i proventi delle attività delittuose del clan ‘ndranghetista della famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto. Le indagini hanno anche consentito di delineare, in ipotesi accusatoria, il ruolo di alcuni professionisti contabili, i quali – attraverso la propria opera di consulenza – sono indiziati di avere ideato e attuato modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Sarebbe anche emersa, a latere, la compiacenza di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, destinatario di misura cautelare personale per l’ipotesi di corruzione, il quale – a fronte di sistematici compensi – è indiziato di essersi reso disponibile ad agevolare l’erogazione di alcuni servizi di natura fiscale richiesti da uno dei citati professionisti. Le attività investigative, svolte anche attraverso un costante monitoraggio degli spostamenti e degli incontri sul territorio dei diversi soggetti coinvolti, hanno permesso infine di far emergere riscontri circa condotte usurarie denunciate da alcuni imprenditori in difficoltà.

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