In un’epoca di “distruzioni”, dovute a disastri naturali o a guerre, la “ricostruzione” è sempre più un tema importante per la teoria e la pratica dell’architettura. Ecco perché a partire dal 30 novembre e fino al 10 febbraio la Triennale di Milano affronta la questione con la mostra “Ricostruzioni. Architettura, città e paesaggio nell’epoca delle distruzioni”. Oltre a rappresentare momenti fondamentali di riflessione sul futuro delle città, le ricostruzioni hanno fornito un eccezionale patrimonio di esperienze tecniche e culturali relative alle nuove modalità dell’abitare, alla salvaguardia dei monumenti, alla conservazione delle identità urbane e territoriali, al rapporto tra ambiente costruito e paesaggio e, più recentemente, all’adeguamento alle mutate condizioni climatiche. La mostra vuole mettere in luce sia le pratiche e le culture della ricostruzione in Italia, sollevando anche una lettura critica sulle azioni legate anche al post – catastrofe, sia alcuni casi internazionali. Attraverso centinaia di documenti storici, come immagini di cronaca e fotografie di grandi autori, frammenti di film e documentari, e più di cinquanta disegni e modelli originali, i singoli casi italiani e stranieri saranno presentati come esperienze specifiche. L’allestimento, contraddistinto dall’uso di materiali e strutture tipiche dei cantieri e delle opere provvisionali emergenziali, introduce il visitatore in un ambiente immersivo e continuo con il racconto dei principali casi italiani (dopoguerra, Vajont, Belice, Friuli, Irpinia, Pozzuoli, Umbria e Abruzzo), intervallato da isole tematiche che ospitano i casi internazionali – Germania, Inghilterra, Francia, Grecia, Macedonia, Portogallo, Cile, Giappone e da alcune sperimentazioni tecnologico – architettoniche a scala reale. Viene particolarmente approfondito il caso della Siria, da un lato sul piano della immensa devastazione territoriale, dall’altro su quello degli insediamenti e di alcune proposte di intervento architettonico.