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Novembre,23,2024

ANTONIO BARBIERI È STATO UCCISO PER UNA DONNA. FILADORO E FORNATARO HANNO CONFESSATO

Sono accusati dell’omicidio di Antonio Barberi, il ventisettenne Cristian Filadoro ed il trentaduenne Vincenzo Fornataro. A scatenare la furia omicida una chiamata della fidanzata di Filadoro. Questa la ricostruzione degli inquirenti dell’omicidio di Antonio Barbieri, gravemente ferito a Corigliano-Rossano, la sera del 12 gennaio mentre era nella sua auto, una Mercedes. Trasportato all’ospedale di Rossano Barbieri è stato operato d’urgenza e poi trasferito all’ospedale civile Annunziata di Cosenza, dove è deceduto due giorni fa. Sarebbero stati loro ad uccidere Barbieri con dei colpi d’arma da fuoco che lo hanno attinto gravemente alla testa e che ora devono rispondere dei reati di omicidio volontario, ricettazione e porto abusivo di arma. Gli investigatori hanno da subito avviato le indagini sull’accaduto, sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari, eseguendo intercettazioni, visionando le immagini dei sistemi di videosorveglianza, soprattutto ascoltando a lungo dei testimoni. Questa la dinamica dell’omicidio secondo gli investigatori. Filadoro, giovane già noto alle forze dell’ordine, dopo essere stato avvisato dalla fidanzata che Barbieri, ex compagno di quest’ultima, si era presentato da lei nella panetteria dove lavora ed avendovi un’accesa discussione, sarebbe arrivato sul posto insieme a Fornataro, a bordo dell’auto di quest’ultimo, e avvicinatosi alla vittima, che si trovava ancora seduto al posto di guida della sua Mercedes, gli avrebbe esploso contro alcuni colpi di pistola cal. 7,65, ferendolo alla testa. Sotto torchio e di fronte all’evidenza delle prove, dopo la notifica del provvedimento di fermo, Filadoro e Fornataro hanno reso una piena confessione, mentre sono ancora in corso altri accertamenti per verificare se ci siano responsabilità penali a carico di altre persone. “Alla fine – ha detto il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla – hanno confessato perché si sono resi conto che gli elementi li inchiodavano”.

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