Attenzione, preoccupazione, vicinanza e solidarietà. Sono i sentimenti con cui la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi in sessione straordinaria online, guarda all’Italia e al contesto internazionale. La riflessione si è concentrata in modo particolare sulla situazione relativa agli insegnanti di religione cattolica, al dibattito sul fine vita, alla crisi umanitaria in Afghanistan, al sisma che ha colpito Haiti. Il primo tema analizzato è stato quello dell’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica, che ha visto la Presidenza impegnata in un confronto sulle molte questioni ancora aperte. È stata ribadita la profonda stima dei vescovi per i docenti di religione cattolica; è stato rinnovato l’impegno per una sollecita interlocuzione istituzionale, positiva ed efficace, diretta particolarmente alla valorizzazione di coloro che da tanti anni svolgono questo servizio. Attualmente c’è una situazione complessa e diseguale nelle Regioni e nelle Diocesi italiane, per questo viene vista con molta fiducia la prossima apertura di uno specifico tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione, insieme all’impegno del Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica a tenere un costante dialogo con tutti i soggetti interessati. Grave inquietudine è stata espressa invece per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese. Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali. Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma “il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta” (Samaritanus bonus, V, 2). Guardando agli avvenimenti internazionali di questi giorni, la Presidenza della CEI condivide l’angoscia per la gravissima crisi umanitaria dell’Afghanistan. Le notizie che giungono sono davvero allarmanti. E come sempre avviene in queste situazioni, a pagare il prezzo più alto sono i più deboli: gli anziani, le donne e i bambini. Da qui l’appello all’Italia e alle Istituzioni europee a fare il possibile per promuovere corridoi sanitari e umanitari. “Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”, ha affermato Papa Francesco, domenica 15 agosto, dopo la preghiera dell’Angelus. La Presidenza della CEI invita a pregare domenica prossima (22 agosto), in tutte le parrocchie, per la pace in Afghanistan e per le vittime del terremoto di Haiti. Qui il sisma di sabato scorso ha provocato numerosi morti, feriti e ingenti danni materiali. Caritas Italiana si trova nel Paese dal 2010, dopo che un altro grave sisma di magnitudo 7.0 colpì la capitale Port-au-Prince, causando più di 200.000 vittime. Da allora è costantemente presente con i propri operatori, sostenendo la Caritas nazionale e le Caritas diocesane e parrocchiali con interventi di emergenza e ricostruzione, ma soprattutto garantendo un accompagnamento volto allo sviluppo di capacità locali. La Presidenza della CEI ha deciso di stanziare un milione di euro dai fondi otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte all’emergenza haitiana. La somma servirà a finanziare, attraverso Caritas Italiana, interventi efficaci per rispondere alle numerose nuove necessità.