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Novembre,20,2024

OPERAZIONE BOLGIA, CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER EX DIRIGENTI ASP. STRALCIATA LA POSIZIONE DI GALATI

E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per alcuni ex dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso per le presunte ingerenze della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte nella gestione dell’ospedale di Lamezia Terme. Tra loro ci sono l’ex direttore generale, Giuseppe Perri; l’ex direttore amministrativo, Giuseppe Pugliese, e l’ex direttore del servizio 118 dell’Asp di Catanzaro, Eliseo Ciccone. La cosca avrebbe avuto il controllo della fornitura di ambulanze sostitutive del 118, oltre che dei servizi di onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue ed altro ancora. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 13 marzo. E’ stata stralciata la posizione dell’ex deputato e sottosegretario alle Attività produttive Giuseppe Galati, che nell’ambito dell’inchiesta fu posto agli arresti domiciliari, provvedimento poi annullato dalla Cassazione per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. La richiesta di rinvio a giudizio è stata fatta dalla Dda di Catanzaro ed a fissare la data
dell’udienza preliminare è stato il Gup distrettuale Paola Criaco. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo c’è l’ex consigliere comunale di Lamezia Terme Luigi Muraca. L’operazione da cui è scaturita la richiesta di rinvio a giudizio, denominata “Quinta bolgia”, fu eseguita nel novembre del 2018 e portò, complessivamente, all’arresto di 24 persone, tra cui i dirigenti dell’Asp Perri, Pugliese e Ciccone, per i
quali fu disposta la detenzione domiciliare. Le accuse contestate alle persone coinvolte nell’inchiesta
sono, a vario titolo, associazione per delinquere di tipo mafioso, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, illecita concorrenza con violenza o minaccia, abuso d’ufficio e peculato. L’inchiesta “Quinta bolgia” portò alla nomina della Commissione d’accesso nell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ed al successivo scioglimento dell’ente per condizionamenti della criminalità organizzata. L’Azienda sanitaria è tuttora commissariata.

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