Il Codacons Calabria chiede il sequestro dei documenti per capire come siano stati concessi crediti oggi inesigibili. “Non intendiamo arretrare sull’affaire Banca Popolare delle Province Calabre” per questo motivo abbiamo presentato un esposto in Procura. Atteso che le nostre diffide – sostengono dall’Associazione – non hanno sortito effetti, non rimane che chiedere l’intervento della Magistratura, affinché voglia far luce sui tanti crediti, giudicati inesigibili, poiché, evidentemente, concessi senza adeguate garanzie. La Banca calabrese qualche tempo addietro è balzata agli onori delle cronache internazionali per essere stata protagonista del primo salvataggio bancario nell’era del bail-in, quando è stata acquisita dalla Banca Popolare di Bari. Alla Banca Pugliese, per l’assunzione della Popolare, sono andati ben 1,37 milioni di euro da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. E questo avveniva mentre la Banca calabrese crollava sotto il peso abnorme delle sofferenze e degli incagli. Nelle more la Banca calabrese aveva subito una gestione commissariale – sostiene l’avv. Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – costata fior di quattrini, circa 800 mila euro, e che sembrerebbe aver finanche ignorato di dar seguito ad una decisione dell’assemblea degli azionisti, assunta nel maggio 2014. Anche su questo, chiediamo sia fatta luce – sostiene Di Lieto – poiché a quale tempo gli azionisti, preoccupati per lo stato di crisi, avevano approvato la trasformazione in SpA, per favorire l’ingresso di FinCalabra SpA, Società controllata dalla Regione Calabria (che aveva già manifestato la volontà in tal senso) nonché deliberato l’aumento del capitale sociale, per 4,4 milioni di euro, mediante l’emissione di nuove azioni”. In quell’occasione il Presidente del Consiglio Sindacale aveva dichiarato che “il capitale sociale attuale di 8.976.264,00 euro è interamente sottoscritto, versato ed esistente” e inoltre “non esistono motivi ostativi all’aumento del capitale”. Ed allora – chiede il Codacons – perché si è preferito cedere a Banca Popolare di Bari ? E che fine hanno fatto quelle somme ? Nel contempo – insiste Di Lieto – i Soci pretendono di conoscere nomi e cognomi di chi ha ricevuto milioni di euro in “regalo” dalla banca. Abbiamo presentato un esposto in Procura, affinché si provveda al sequestro di tutta la documentazione bancaria capace di far emergere chi ha effettivamente depredato le casse della Popolare, ricevendo somme, evidentemente concesse senza adeguate garanzie, che poi, infatti, non sono mai state restituite. Vogliamo avere nomi e cognomi di chi ha ricevuto milioni di euro in ‘regalo’ dalla banca”. Ma anche di chi ha giudicato “inesigibili” quei crediti. Riteniamo che sia un atto dovuto nei confronti di migliaia e migliaia di soci che hanno visto i loro risparmi trasformarsi in carta straccia. Siamo certi che l’Ufficio di Procura saprà chiedere conto di una gestione “allegra” che ha determinato perdite importanti anzi, così come definite dalla Banca d’Italia, “eccezionali”.