“Mai, come in questo momento, la controffensiva dello Stato nei confronti della ‘ndrangheta è stata così forte e continua, ed ha ragione il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel sollecitare una reazione sociale, la cui assenza rischia di compromettere un lavoro i cui beneficiari sono indubbiamente i minorenni di oggi, uomini del domani”. E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria. “A noi, società civile -evidenzia il Garante- non è richiesto di combattere a mano armata, ma con l’esempio, visto e considerato che siamo, nelle vesti di educatori, genitori, insegnanti, gli adulti di prossimità, al cui atteggiamento attingono i bambini e gli adolescenti per formare la propria identità ed il proprio comportamento sociale. Dobbiamo rifuggire dai compromessi, anche da quelli più apparentemente insignificanti, a casa come a scuola, rispettando in prima persona ciò che pretendiamo sia rispettato dai più piccoli. Solo così potremo dimostrare a noi stessi e a loro di essere pronti per un futuro che non veda i nostri figli fuggire in altre terre per potersi realizzare, schiacciati da un potere senza scrupoli che si spinge fino ad uccidere donne e bambini pur di affermare la propria supremazia”. “Fa paura la dichiarazione del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, secondo cui ‘nel 2017 assistiamo a forme di schiavizzazione e di controllo del territorio tali che diventa persino difficile credere che possano essere attuati -rilancia Marziale- ed io non credo che la stragrande maggioranza dei calabresi, con figli a carico, possa rimanere indifferente alla disamina del magistrato. Tutti siamo chiamati a reagire, secondo coscienza, guardando i nostri piccoli negli occhi, perché la posta in gioco sono loro, è la loro libertà di poter fieramente gridare al mondo di essere calabresi”.