Una lezione di vita, ma Oscar Farinetti, l’ideatore del colosso Eataly, non vuole essere un professore. Semplicemente prova a far capire a chi lo ascolta che basta davvero poco per saper vivere bene. Al teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria è ospite del programma “Centodieci è Ispirazione”, un ciclo di incontri organizzato dall’istituto educativo di Banca Mediolanum introdotto dal manager Francesco Pelle. Farinetti ha illustrato un decalogo per essere “disruptive”, parola coniata dagli inglesi per identificare un’azienda o un atteggiamento che cambia le regole del gioco in maniera dirompente. Le dieci mosse che potrebbero apparentemente sembrare distruttive e che in realtà non lo sono. Ma come si fa ad essere disruptive? Farinetti lo spiega semplicemente elencando le regole principali: saper gestire l’imperfezione, individuare le priorità, semplificare, pensare locale e agire globale, saper narrare, spostare il valore del rispetto dal senso del dovere al senso del piacere, non mollare mai, restare giovani, copiare, saper cambiare, avere fiducia, patriottismo e coraggio. Per il numero uno di “Eataly”, la cui azienda è entrata nel 2015 nella classica di Forbes al 23° posto, si deve “assolutamente pensare locale, agire globale” ma anche che “bisogna saper copiare perché chi copia è avanti, chi non lo fa resta indietro”. “La storia dell’umanità è divisa tra conservatori e innovatori – spiega Farinetti – Internet oggi sta facendo all’uomo ciò che il fuoco aveva fatto nell’età della pietra. Io sono convinto che la chiave di tutto è la semplificazione e quando qualcuno mi dice che una cosa non si può fare, gli suggerisco di copiare. Io copio da una vita e mi sono sempre trovato bene. Attenzione però, copiare non è imitare – ci tiene a sottolinearlo l’imprenditore – un asino non potrà mai diventare un cavallo ma potrà prenderne i valori e adattarli al proprio modo di essere. Copiare è un grande atto di umiltà”. “Imparate a credere a ciò che fate senza dimenticare da dove venite”
