Finalmente è stata scritta la parola fine alla vicenda Sasol-Kroton Gres 2000. L’ha fatto la sezione lavoro della corte di cassazione che ha sancito che il trasferimento della fabbrica all’imprenditore modenese Roberto Spaggiari era una truffa ai danni dello Stato, di Crotone e dei 32 lavoratori. Dunque, la suprema corte ha confermato il verdetto della Corte d’appello di Catanzaro che aveva condannato Sasol a ripristinare i rapporti di lavoro con i dipendenti, interrotti nel 2010 con la vendita dello stabilimento di zeoliti alla Kroton Gres 2000 Industrie Ceramiche. I giudici avevano sancito la nullità del contratto di vendita dopo aver ravvisato gli estremi della frode allo Stato. Con la vendita dello stabilimento Sasol voleva evitare i costi di bonifica del sito; Spaggiari si è prestato al gioco rilevando per una cifra ridicola l’impianto e mantenendolo in vita qualche mese per poi avviarlo a fallimento. La Gres è sempre stata una scatola vuota costituita per questo scopo. Tutto calcolato, secondo la ricostruzione del giudice Emilio Sirianni che aveva ribaltato il giudizio del Tribunale di Crotone. Mentre davanti al giudice del lavoro la Sasol aveva sostenuto che la cessione aziendale non era idonea a sgravarla dai costi di bonifica, in sede amministrativa la vendita diventa il motivo per il quale il Tar dichiara illegittime le pretese del ministero dell’Ambiente che voleva far pagare proprio alla Sasol la bonifica del sito. Due sentenze opposte, tutte e due favorevoli alla società. Per i Giudici di secondo grado, e adesso anche per la Cassazione, questo è stato reso possibile “dal combinato disposto di una inadeguata attività istruttoria condotta dalla Provincia di Crotone, dalla Regione Calabria e dal ministero dell’Ambiente con un’abile strategia difensiva della Sasol che davanti al tribunale era responsabile dell’inquinamento, mentre davanti al TAR diventava proprietario non responsabile. La Corte d’appello di Catanzaro ha messo ordine: ha dichiarato la vendita dello stabilimento nulla perché effettuata in frode alla legge, e ha ordinato il rientro dei lavoratori in Sasol con il pagamento dei cinque anni di stipendi arretrati. Adesso c’è pure il timbro più autorevole, quella della suprema corte di cassazione! L’auspicio adesso è che si trovi soluzione anche per gli altri 24 lavoratori che sono ancora in attesa di giustizia. [Foto Il Crotonese]