Urge uno psicologo al Crotone per guarire dalla sindrome della doppia personalità visti gli sbalzi di risultati tra il primo e il secondo tempo? Sarebbe opportuno tendere la squadra sul lettino come fece il Palermo di Morgia, nell’anno in cui il Crotone di Cuccureddu gli soffiò il sogno del salto in B? Terapie scientifiche a parte Nicola deve trovare la soluzione al dilemma: la squadra gira bene fino all’intervallo, poi la metamorfosi di risultati. Sono 22 i punti accumulati dai rossoblù nei primi tempi, sesti assoluti in una speciale classifica che li vede affiancati ad Atalanta e niente meno che al Milan. Sei vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte con sette gol fatti e 9 subiti. Sarebbe un bottino più che eccezionale per una neopromossa. Infatti, tra le tre che hanno fatto il salto nella massima categoria lo scorso maggio è il Crotone quella che ha fatto meglio, anche più del Cagliari. Ma poi tutto si sgonfia come un soufflé nei secondi 45 minuti. E la spiegazione di tanto spreco non riescono a capirlo nemmeno gli addetti ai lavori. Anche questa volta contro la Sampdoria si è assistiti ad un film già visto. Come contro Genoa, Empoli, Palermo, Sassuolo, Fiorentina e Inter. Il secondo tempo per il Crotone diventa quasi un tabù, ad esclusione della gara contro il Chievo Verona dove il Crotone è riuscito a guadagnarsi la prima vittoria. E poi ci sono ancora i dieci minuti finali che hanno fatto perdere al Crotone fior di punti. Nicola lo va dicendo da tempo e anche questa volta contro la Sampdoria ha voluto rimarcare il concetto che questa squadra è alla sua prima esperienza in serie A, che paga per inesperienza e che occorre lavorare soprattutto nella concentrazione fino nei minuti finali. Poi accadono episodi che vanno al di là dei meriti o dei demeriti dei calciatori e il riferimento è al gol in fuorigioco di Belotti contro il Torino e al rigore non concesso a Falcinelli. Contro la Samp la rabbia dei rossoblù è scaturita da una rimessa laterale non restituita e che ha fatto sclerare i componenti della panchina del Crotone. A tutto ciò c’è da aggiungere anche che da qualche settimana Nicola deve fare i conti anche con gli infortuni che gli stanno privando soprattutto elementi come Nalini e Tonev assieme anche a Dos Santos. L’emergenza principale il tecnico piemontese l’ha avvertita sugli esterni e contro la Samp, ad un certo punto, è stato costretto a cambiare completamente la catena formata da Mesbah e Palladino con Martella e Stoian. L’ingresso dei due non ha portato giovamento, specie quella di Martella che, senza ombra di essere smentiti, ha giocato una gara sicuramente non all’altezza delle sue prestazioni in serie B. A centrocampo come in attacco i ricambi a disposizione di Nicola non sono moltissimi e anche la qualità lascia molto a desiderare. Forse sono questi i principali limiti del Crotone che adesso ha l’unico obiettivo di giocarsi questo mini torneo per non retrocedere contro Empoli, Pescara e Palermo. Da domenica sera i rossoblù non sono più ultimi e questo è già qualcosa. Ma adesso occorre dare continuità ai risultati anche se la gara di domenica prossima a San Siro contro il Milan lascia non molte speranze. Occorrerebbe un miracolo.