La guardia di finanza di Catanzaro ha eseguito cinque misure cautelari (4 arresti e una misura interdittiva) nei confronti di dirigenti, funzionari e consulenti della società “Calabria verde”, ente strumentale della Regione. L’inchiesta mira ad accertare presunte distrazioni di fondi della società, utilizzati a scopi diversi da quelli previsti (cioè acquisto di mezzi antincendio boschivi, gestione del rischio idrogeologico e consulenze esterne). L’Azienda Calabria Verde della Regione Calabria nasce come Ente strumentale della Regione per gli interventi sul territorio nel campo della forestazione e della difesa del suolo, per la salvaguardia, valorizzazione e sviluppo del patrimonio forestale e faunistico della Calabria. L’Agenzia regionale Calabria è stata già al centro di un’inchiesta nei mesi scorsi per un appalto da 33 milioni che aveva portato alle dimissioni di Paolo Furgiuele, direttore generale, sostituito dal governatore Mario Oliverio, con l’ing. Carmelo Gallo. L’inchiesta che ha colpito Calabria Verde era legata all’iter relativo alla gara per l’acquisto con 33 milioni di euro di fondi comunitari di mezzi speciali per il dissesto idrogeologico e contro gli incendi boschivi. Bando poi annullato in autotutela dai vertici della stessa Calabria Verde.
Erano destinati alla messa in sicurezza del territorio calabrese, i circa 80 milioni di euro di fondi Porn che sarebbero stati distratti e utilizzati per il pagamento degli stipendi degli operai forestali. In carcere è finito l’ex direttore generale dell’azienda Paolo Furgiuele e il dirigente Alfredo Allevato ed agli arresti domiciliari è stato posto Marco Mellace, dirigente dell’economato. Per l’ex dirigente Antonio Errigo è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici mentre l’obbligo di dimora è stato deciso per l’agrotecnico Gennarino Magnone. I cinque devono rispondere a vario titolo dei reati di abuso d’ufficio, peculato, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale e minacce a pubblici ufficiali.