Interessano oltre 15 milioni di famiglie, muovono in totale 5,1 miliardi di euro, con una spesa media a famiglia di 325 euro, circa 140 euro pro capite in abbigliamento, calzature e accessori: sono questi, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, i numeri dei saldi invernali che partono il 2 gennaio in Basilicata e Sicilia, il 3 in Valle d’Aosta e dal 5 gennaio in tutte le altre regioni. L’associazione ricorda alcuni principi base, come la possibilità di cambio (obbligatoria in caso di prodotti danneggiati o non conformi”, l’obbligo di accettare i pagamenti con carte di credito e di indicare prezzo di partenza, sconto e prezzo finale. Si tratterà di una “straordinaria opportunità di risvegliare i consumi” secondo il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi. “I consumatori potranno così tornare a trovare ‘vere’ occasioni nei nostri negozi; noi commercianti potremo affrontare più sereni le prossime scadenze; le vie ed i centri dei nostri Comuni avranno l’opportunità, offerta dalla moda, per rianimarsi”. Confesercenti stima quest’anno particolarmente elevata l’adesione di negozianti e consumatori: a partecipare alle prossime vendite di fine stagione saranno infatti circa 280mila attività commerciali, inclusa praticamente la totalità dei negozi di moda e di tessili. Interesse alto, secondo il sondaggio effettuato da Confesercenti in collaborazione con SWG su un campione di 600 commercianti e 1.500 consumatori, anche tra i clienti: circa un italiano su due (il 47%) ha già deciso che approfitterà dell’occasione per fare almeno un acquisto, valutando di investire, mediamente, 122 euro a persona, pari a circa 280 euro a famiglia. “Quest’anno gli sconti di partenza saranno più alti della media e l’assortimento molto ampio, visto il meteo incerto che ha caratterizzato la stagione invernale. Per i consumatori sarà meglio del Black Friday, con un periodo di sconti più lungo e tutti i vantaggi del negozio tradizionale”, spiega Roberto Manzoni, Presidente di Fismo Confesercenti. “Un’occasione di risparmio per i consumatori, ma anche di vendita per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno fiacco. Anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese”.