Compie 400 anni la Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, la prima biblioteca pubblica d’Italia, e in previsione dell’anniversario – che verrà celebrato in modo del tutto speciale a partire dal 23 aprile 2019, data simbolo scelta per essere la Giornata mondiale del libro – riemerge una delle sue tante storie conservate assieme alla memoria cittadina: quella vera del ‘Cristo d’oro’ attribuito dalla tradizione popolare a Benvenuto Cellini, sepolto nel cortile della biblioteca per salvarlo dalla Guerra. E’ il 21 agosto del ’45, la guerra è terminata da alcuni mesi e Carlo Lucchesi, direttore della Biblioteca Civica Gambalunga, ritiene, dopo il dramma del passaggio del fronte e i 382 bombardamenti che hanno devastato la città, sia venuto il momento di recuperare uno dei reperti più preziosi della storia di Rimini, quel Crocifisso d’oro attribuito a Benvenuto Cellini donato al Comune di Rimini dal cardinale Michelangelo Tonti dopo la sua elezione a Vescovo di Cesena il 27 marzo 1612. Un bene preziosissimo che “il Prof. Lucchesi nell’ottobre del 1943 – si legge nel verbale che attestava il recupero depositato negli archivi della Biblioteca Civica Gambalunga sottoscritto dai sei presenti, tra cui Carlo Lucchesi all’epoca direttore della biblioteca – aveva sotterrato in un angolo del cortiletto della biblioteca suddetta, diligentemente racchiuso in una cassetta di zinco saldata con fiamma autogena.” Sfuggito alle razzie napoleoniche, dal 1916 il Cristo crocifisso – “con il capo reclinato sulla spalla destra ed il perizoma sui fianchi” (come racconta la sua scheda storica), venne custodito nelle cassette di sicurezza della locale Cassa di Risparmio, tranne il periodo 1943-1945 in cui, allo scopo di salvarlo, venne seppellito nel cortile della Biblioteca Gambalunga. Alla fine della seconda guerra mondiale, e’ stato nuovamente ricoverato nella casetta di sicurezza della Cassa di Risparmio fino al 1990, per tornare ad essere esposto al secondo piano del Museo della Città di via Tonini. Ma come si arrivo’ al ritrovamento? Come nei migliori thriller storici, stile ‘Il nome della rosa’ compare l’esistenza di una traccia, probabilmente una piantina, nascosta tra gli archivi della biblioteca che Lucchesi traccio’ per far si’ che in qualsiasi caso o frangente rimanesse una traccia che consentisse di recuperare il prezioso crocifisso. “Solo ne lasciai cenno, per umana prudenza, negli atti della Biblioteca”. Oggi sappiamo anche di più sulla sua storia. Gli studi più recenti di Andrea Di Lorenzo- conservatore presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano, ma che lega le sue origini a Rimini- hanno fatto nuova luce Crocifisso d’oro donato ai “Consoli” della città dal cardinale riminese Michelangelo Tonti nel 1612, riconducendo il Crocifisso esposto a Rimini, l’unico realizzato interamente in oro e già attribuito dalla tradizione popolare a Benvenuto Cellini, a un abile orafo manierista tosco-romano della fine del Cinquecento vicino al Giambologna. [Foto Lorenzo Morigi]