Un Sud sempre meno competitivo rispetto all’Europa, con forti deficit soprattutto nella preparazione tecnologica, mercato del lavoro e qualita’ delle istituzioni, ma che svetta per benessere fisico della popolazione. E anche nel settore dell’intermediazione finanziaria e delle consulenze specialistiche Calabria, Sardegna, Molise e Campania registrano performances superiori alla media europea. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez. Lo studio prende in esame gli andamenti della competitivita’ di 255 aree territoriali appartenenti a 27 paesi europei diversi con attenzione a quelli delle regioni meridionali per gli anni 2010-2013, in base a elaborazioni sugli ultimi dati Eurostat. In un’ipotetica scala da 1 a 100, il Sud registra un forte gap nella maggior parte degli indicatori. In particolare, nelle infrastrutture il Sud si e’ fermato nel 2013 a 41,6 a fronte del 48 della media europea e del 50 del Nord Italia; nell’innovazione segue pressappoco lo stesso andamento. Nove punti in meno della media li registra nell’accesso all’istruzione superiore. Va ancora peggio nella qualita’ delle istituzioni: qui il Sud si ferma a 36,6, distante dalla media europea che è di 51,4. Unico potenziale fattore di competitivita’ in cui il Mezzogiorno svetta rispetto alla media Ue e’ il benessere fisico della popolazione: nel 2013 e’ leggermente calato, passando a 54,3, ma resta ben cinque punti in piu’ della media europea. Nel complesso le analisi condotte restituiscono l’idea di una crisi di competitivita’ che contribuisce ad aggravare il divario interno e alimenta la marginalizzazione del Paese rispetto all’Europa. I dati suscitano particolare preoccupazione perche’ suggeriscono il rischio di ulteriore arretramento delle economie del Mezzogiorno negli anni a venire”.