Il Codacons lancia in Calabria una nuova battaglia legale: quella contro la “tassa sulla salute”. “Per anni i lavoratori non iscritti fino al 1995 ad alcun istituto mutualistico di natura pubblica hanno versato allo Stato una parte di quanto percepito (pari a circa il 10% della retribuzione) sotto forma di
“tassa sulla salute”. Ma non hanno di fatto ottenuto il riconoscimento di
queste somme a titolo di contributi previdenziali. Tra loro, a titolo di
esempio, economisti, amministratori di condominio, fisioterapisti,
archeologi, guide turistiche che non svolgono l’attivita’ in forma imprenditoriale. Questa situazione – scrive il Codacons – ha determinato
per tutti una perdita significativa di anni di contribuzione utili per il raggiungimento della pensione, con tutti gli effetti che ne conseguono; tanto a fini giuridici quanto a fini economici, per cio’ che concerne il trattamento pensionistico. Il Codacons ha deciso di mettere a disposizione dei lavoratori calabresi interessati una diffida con la quale chiedere il riconoscimento e il recupero delle somme versate a titolo di “tassa sulla salute” – dapprima in favore dell’INPS (fino al 1991) e poi (fino al 1995) all’Amministrazione Finanziaria – sotto forma di contributi previdenziali: l’obiettivo e’ quello di ottenere una somma compresa tra i 300 e i 1000 euro, oltre interessi e rivalutazione monetaria, per ciascun anno di contribuzione perso, fino ad un massimo di 15 anni in tutto. Per aderire all’azione e’ sufficiente seguire le indicazioni pubblicate sul sito www.codacons.it.