Nel carcere di Catanzaro, sabato, un gruppo di detenuti del circuito media sicurezza si è impossessatO delle chiavi di un reparto detentivo e, dopo aver picchiato un agente della polizia penitenziaria, ha tentato un aspedizione punitiva, azione evitata dall’interventodella polizia penitenziaria. Il bilancio è di un agente col naso rotto e uno con un braccio steccato. Complessivamente in nove sono finiti in ospedale.
“Oggi si contano i feriti del gravissimo episodio di aggressione avvenuto ieri nel carcere di Catanzaro, allorquando i detenuti Ci riferiscono alcuni colleghi – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Ciccone, segretario nazionale – che non sarebbe stato autorizzato l’uso dei mezzi di coazione fisica e nemmeno caschi e scudi, per difendersi. Chiediamo al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e al provveditorato regionale di verificare se ciò corrisponde al vero. Nel caso fosse vero, sarebbe molto grave e qualcuno dovrebbe probabilmente assumersene la responsabilità, anche rispetto alle lesioni riportate dai nostri colleghi i quali, ci riferiscono, hanno svolto oltre venti ore di lavoro, a causa dell’emergenza che si è verificata. Nei giorni scorsi anche nel carcere di Vibo Valentia, ci sono stati disordini, causati da alcuni detenuti che hanno tentato più volte di aggredire il personale di polizia. Sempre nello stesso istituto, nei giorni scorsi, un collega è finito in ospedale e ne è uscito con dieci giorni di prognosi».
Bisogna dotare immediatamente la polizia penitenziaria del Taser o di altro strumento utile, per difendersi dai detenuti violenti e per garantire l’ordine e la sicurezza negli istituti. Chiediamo che ai detenuti che si sono resi protagonisti di questo gesto di violenza venga applicato il regime detentivo del 14 bis, per aver messo a rischio l’ordine e la sicurezza dell’istituto” concludono Durante e Ciccone.