Riti tribali, abusi sessuali ed episodi di assoggettamento con lo scopo di costringere una ragazza a prostituirsi.
Accuse che sono costate una condanna in primo grado, rispettivamente, a 20 e 9 anni di reclusione per due cittadini nigeriani, Sonia di anni Osazee, di 41 anni e Sunday Ediorans, di 31, sorella e fratello.
I due, dopo la condanna sono stati arrestati da personale della Squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare in carcere.
L’indagine, condotta dalla Mobile reggina con il coordinamento della Dda diretta da Giovanni Bombardieri, era iniziata dopo la denuncia della vittima, connazionale dei due arrestati. Quest’ultima aveva raccontato – e confermato durante il processo – che, dopo essere sbarcata a Reggio Calabria nel 2016 con l’illusione di intraprendere gli studi, era stata portata con l’inganno a Castel Volturno (Caserta) dove, all’interno di un appartamento, era stata segregata, violentata e costretta per due anni a prostituirsi per ripagare il debito di 35.000 euro imposto dalla sua sfruttatrice, la cosiddetta “madame”, come prezzo per ottenere la libertà.
Le indagini, coordinate dalla pm Sara Amerio, avevano portato a delineare un grave quadro delittuoso riproducente la tipica dinamica criminale della tratta di persone straniere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Alla luce della condanna irrogata, su richiesta della Dda è stata emessa a carico dei due un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per dare esecuzione al provvedimento, la Squadra mobile di Reggio Calabria ha avviato un’intensa attività di indagine, con intercettazioni telefoniche, sopralluoghi sul posto ed altre tecniche finalizzata a ricostruire le abitudini dei due e, il 7 agosto scorso, fratello e sorella sono stati localizzati e catturati a Castel Volturno con l’ausilio della Squadra mobile di Caserta. I due sono stati portati nelle Case circondariali di Secondigliano (Napoli) e Poggioreale (Napoli).(ANSA)