“I nodi più delicati sono gli stessi che avevano segnalato l’anno scorso, non ci sono delle novità particolari in materia di sanità anche se l’attività della gestione commissariale è sicuramente caratterizzata da un importante dinamismo. La differenza però rispetto all’anno scorso è che abbiamo dei dati che certificano uno scollamento tra attività della gestione commissariale e del management apicale della Regione con il management aziendale. Gli atti di indirizzo sono stati dati, però stenta ancora a esserci una realizzazione e quindi dei risultati che siano tangibili ed evidenti”. Così il procuratore regionale della Corte dei Conti, Romeo Ermenegildo Palma, parlando con i giornalisti in occasione del giudizio di parifica del Rendiconto 2023 della Regione Calabria.
“Le aziende sanitarie che a esempio hanno un indice di tempestività nei pagamenti piu’ drammatiche – rileva Palma – sono la Dulbecco e l’azienda ospedaliera di Cosenza. Ma non ce n’è una virtuosa. Ci sono tante realtà aziendali con problemi diversi, grandi eccellenze perchè questo va segnalato soprattutto professionale all’interno, ma tutto questo non comporta che per esempio il flusso migratorio verso il resto d’Italia cessi o abbia dimensioni inferiori: qui il costo, andando a memoria, credo che sia intorno ai 254 milioni di euro, che vengono versati al sistema sanitario nazionale e che – sostiene il procuratore della Corte dei Conti della Calabria – potrebbero essere benissimo essere spesi in Calabria”.
“Nel resto della gestione comunque – aggiunge Palma – c’è il problema già segnalato l’anno scorso dell’utilizzo incompleto dei fondi del Programma operativo, con la necessità di
verificare quali sono i motivi di questo rallentamento rispetto all’investimento complessivo che mi sembra sia superiore ai 2 miliardi e 200 milioni e prendere le giuste misure per evitare
che il nuovo Programma operativo e comunque il Pnrr subiscano gli stessi effetti dilatori e comunque raggiungano risultati non completi. Si tratta di risorse irripetibili che, se non utilizzate, certificheranno il gap strutturale della Calabria con il resto delle Regioni d’Italia. La gestione contabile complessiva è caratterizzata da una regolarità. La regolarità
però non significa il raggiungimento dei risultati, non significa ipotesi di totale liceità di tutto quello che si è fatto ma – spiega il procuratore della Corte dei Conti della Calabria – è già un dato significativo che consente nel ciclo di bilancio di avere una continuità tra l’esercizio finanziario precedente e quello che è in corso in questo momento. La situazione, ripeto, tende a un’assoluta regolarità. Ci sono gli strumenti iscritti in bilancio per poter compensare eventuali momenti di crisi dovessero verificarsi nel sistema. Per il resto credo che sia una gestione assolutamente tranquilla, almeno per quest’anno”.(AGI)