L’accusa è pesante: scambio elettorale politico-mafioso. Nell’ultima inchiesta della distrettuale reggina i nomi pesanti sono quelli di Giuseppe Falcomatà, Sindaco della metrocity, e il capogruppo di fdi in consiglio regionale Giuseppe Neri. In due elezioni, quelle del 2020 per il rinnovo del Consiglio regionale e quelle del 2021 per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria, la cosca Araniti avrebbe sostenuto propri candidati, alterando con la complicità di scrutatori compiacenti le operazioni di voto. Il meccanismo messo in campo è stato ricostruito dal Ros. L’inchiesta era partita nel 2019. Per Giuseppe Neri e il consigliere comunale Giuseppe Sera la procura aveva chiesto l’arresto, ma il giudice dell’udienza preliminare ha rigettato la richiesta. In tutto sono 11 le misure cautelari (sette in carcere, 4 ai domiciliari). Tra gli arrestati c’è Domenico Araniti, il Duca, che sarebbe il capoclan. Associazione di stampo mafioso, estorsione, reati elettorali, corruzione, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. La cosca Araniti avrebbe ottenuto anche commesse e appalti pubblici, in cambio di voti sia per le regionali che per le comunali. La cosca gestiva direttamente la discarica di Sambatello. I vertici del clan decidevano a chi affidarne il controllo e chi assumere. Le indagini del Ros hanno evidenziato che nel corso delle elezioni regionali del 2020 un esponente della cosca Araniti avrebbe falsificato le operazioni di voto. Si sarebbe procurato le tessere elettorali di alcuni cittadini impossibilitati a recarsi alle urne e avrebbe apposto di suo pugno la preferenza per il candidato che interessava alla cosca.