Nelle prime ore della mattinata odierna, a Isola di Capo Rizzuto e Cotronei, i Carabinieri di Crotone, supportati da quelli delle Compagnie di Cirò Marina (KR) e di Petilia Policastro (KR), nonché da quelli dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 9 persone (di cui 5 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), tra i quali un soggetto, per il quale sono stati raccolti indizi di appartenenza a una ‘Ndrina, denominata “MACARIO”, rientrante nell’orbita della più nota Cosca “ARENA”, attiva a Isola di Capo Rizzuto. Le persone sono sottoposte a indagini, a vario titolo, per “associazione a delinquere di tipo mafioso”, “estorsione”, “danneggiamento”, “falso materiale e ideologico”, “truffa, anche aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, “invasione di terreni o edifici”, “furto in abitazione aggravato” e “calunnia”, reati tutti aggravati dal cosiddetto “metodo mafioso”.
Nel medesimo contesto, è stata data esecuzione a un decreto di Sequestro Preventivo di 45.000,00 (quarantacinquemila/00) Euro, emesso, ai sensi dell’art. 321, commi 1 e 2 del Codice di Procedura Penale.
Le indagini sono state avviate, a seguito della denuncia del proprietario di un immobile e dell’annesso terreno agricolo, ubicati nella località Marinella di Isola di Capo Rizzuto, il quale, nella circostanza, lamentava di aver subito delle minacce, finalizzate “all’esproprio” del suddetto appezzamento e alla forzata assunzione quale “guardiano” di un individuo, legato al suddetto sodalizio.
Gli investigatori hanno riscontrato che l’area d’interesse/competenza della nuova compagine criminale era limitata al territorio a forte vocazione agricola e turistica della località “Marinella” di Isola di Capo Rizzuto, ove ha esercitato la sua pervasività nelle dinamiche economiche e sociali con la sua forza intimidatrice.
Venivano imposti servizi non richiesti di guardiania nei confronti di privati e di una struttura turistica del luogo;
A sei vittime veniva “consigliato” a non riscattare i terreni, dati in uso dall’A.R.S.A.C. (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese), e a non opporsi al loro successivo tentativo di acquisizione, mediante diverse calunnie, denunce pretestuose nei confronti delle stesse, numerosi e documentati falsi sia ideologici, frodando cosi l’ente pubblico, al fine di aumentare fraudolentemente il loro patrimonio immobiliare e l’influenza criminale nell’area;
Veniva anche realizzata una truffa aggravata e continuata, accertata dal 2019 al 2022, ai danni dell’AG.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) e del relativo ente regionale erogatore dei contributi, denominato A.R.C.E.A. (Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura), mediante la falsificazione della documentazione, attestante il possesso o l’uso dei terreni agricoli, appartenenti ad altre persone, estorte o ignare, con il coinvolgimento di 3 prestanome o intermediari, percettori del Reddito di Cittadinanza, per un valore accertato in circa 45.000,00 (quarantacinquemila/00) Euro, oggetto del “sequestro preventivo per equivalente”;
Inoltre il capo della ‘drina “Macario”, detenuto durante le indagini nel Carcere di Castrovillari, utilizzava un telefonino (sequestrato dal personale della Polizia Penitenziaria) per comunicare con i componenti del suo nucleo familiare, affinché si rivolgessero agli altri responsabili delle Cosche di questa provincia per dirimere delle sue problematiche con degli altri carcerati.
La polizia giudiziaria, all’atto della esecuzione della misura, ha effettuato anche delle perquisizioni personali e domiciliari.