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Novembre,23,2024

Filt Cgil: diritti negati ai lavoratori delle imprese portuali del porto di Gioia Tauro

È da poco iniziata la fase di conflitto per le imprese Sea Work service e International Shipping. I lavoratori incroceranno le braccia in forma di protesta con le programmate azioni di sciopero nel periodo che comprenderà il mese di agosto e fino a tutto ottobre. Le forti mancanze, per il personale delle imprese, vengono rivendicate dalla FILT CGIL che da anni ormai è in prima linea con i lavoratori per il giusto riconoscimento dei tempi di preavviso e garanzia di fruizione della giornata di riposo nelle modalità previste dal CCNL, le corrette retribuzioni in busta paga e la possibilità quindi di una gestione dei tempi di vita e di lavoro “più normale” per il personale che già soffre una mancata programmazione della turnistica e viene utilizzato in pieno regime di flessibilità. Si è tentato, nei mesi precedenti alla proclamazione dello sciopero, di formulare alcune opzioni per la gestione degli articolati contrattuali in considerazione che le due imprese non riuscivano a gestire, a causa del raggiungimento delle domeniche utilizzabili dalle stesse per il lavoro, la possibilità atta a garantire il servizio per le attività portuali, nostro malgrado abbiamo tentato di “forzare” e derogare temporaneamente una parte del CCNL di riferimento, nelle more della trasformazione dello strumento ormai divenuto indispensabile, qual è l’agenzia portuale art. 17 della legge 84/94, ma il tutto è risultato inutile. Infatti nonostante l’immane pazienza del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Comm. Andrea Agostinelli, che ha voluto fortemente un tavolo di confronto, le imprese già al primo punto dell’o.d.g. si sono mostrate ostili, proponendo una deroga sulla deroga. Una condizione insostenibile quindi, visto che il riposo è garantito dalla legge ed è disciplinato dal CCNL dei porti. La verità è che queste imprese non riescono, con la propria gestione, a far fronte alle normali condizioni generate dalle attività portuali, scaricando flessibilità abnormi sui lavoratori, che di fatto ormai sono allo stremo della sostenibilità di gestione di vita e compromettendo anche le condizioni di normale sicurezza derivata del sovraccarico ed intensità lavorativa, oltre che dai tempi esigui del preavviso dei turni, nonché della violazione dell’articolo contrattuale che regolamenta il riposo del personale operativo. Come Filt Cgil inoltre abbiamo chiesto un immediato incontro al Prefetto di Reggio Calabria, perché riteniamo che il sistema adottato dalle imprese portuali Sea Work e International, sia, per quanto ci riguarda, oltre che non rispettoso di quanto previsto dal CCNL di riferimento, in violazione anche alle più banali condizioni di sicurezza dettate dalle norme generali rispetto i tempi e la qualità della vita. Un allarme ed un monito quindi al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio rispetto le condizioni di sicurezza cui versano i lavoratori ed anche per la non corretta applicazione del CCNL dei porti che di fatto vieterebbe le eventuali concessioni ed autorizzazioni, giusta legge 84/94, per le imprese e terminalisti che non applicano il CCNL dei Porti. Riteniamo infine non più sostenibile l’attuale condizione che giornalmente vivono i lavoratori delle citate imprese che operano nel porto di Gioia Tauro, l’attuale ed imbarazzante presupposto dove le contraddizioni della nostra terra vengono messe in mostra anche quando non serve, il tutto solo per fare business sulla pelle dei lavoratori in un eccellenza tutta calabrese, dove vi sono imprenditori che si dedicano costantemente, con mille attenzioni ai lavoratori, con grande soddisfazione anche delle Organizzazioni sindacali che possono contare finalmente sul riscatto della gente di tutto il Sud ed imprenditori che continuano a calpestare i diritti. Possiamo ad ogni modo garantire che, come Filt Cgil, non ci fermeremo fino a quando il CCNL dei porti, in tutti i suoi articolati, non sarà rispettato per le giuste rivendicazioni, per la tutela dei diritti, per fare grande una del poche realtà produttive calabresi senza abusare di chi il lavoro duro lo fa davvero.

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