Rapporti sistematici ndrangheta-politica nel Crotonese. E’ quanto sostiene Nicola Gratteri che in conferenza stampa ha spiegato l’ordinanza che ha portato ad indagare 123 persone accusate a vario titolo di decine di reati, dall’omicidio all’associazione mafiosa al falso in bilancio all’abuso d’ufficio. Per Gratteri il consenso a Crotone non si raccoglie liberamente. E’ la ‘ndrangheta che fa e disfa a suo piacimento, con la stretta collaborazione di un comitato di affari. Nell’inchiesta finiscono anche due pezzi da 90 della sinistra cosentina e calabrese: Mario Oliverio e Nicola Adamo. Il primo con un post su facebook esprime la sua incredulità di fronte alle contestazioni mosse dalla Procura. Anche in questa occasione ho appreso dell’indagine su di me da alcuni giornali nazionali, prima ancora che mi venisse notificata – scrive l’ex Governatore – facendo passare ancora una volta che fossi sottoposto agli arresti per reati di mafia. Lungi da me anche in queste ore un atteggiamento vittimistico o di risentimento, ma non posso non esprimere liberamente una riflessione di amarezza su un sistema giustizia piegato al protagonismo mediatico e per questo pronto a macinare persone, storie, verità, prescindendo da fatti, prove, indizi. Oliverio nel post ha poi ricordato la sentenza della Cassazione secondo la quale nei confronti dell’esponente politico si evidenzia un “chiaro pregiudizio accusatorio” da parte della Procura di Catanzaro. Anche l’attuale Governatore è intervenuto, ma con ben altri toni. Per Occhiuto il quadro è preoccupante, con un’organizzazione che avrebbe messo in piedi un ‘diffuso sistema clientelare’ per la gestione di appalti pubblici. Il Presidente si è detto dispiaciuto del fatto che tra qualche mese Nicola Gratteri non potrà più fare il procuratore antimafia a Catanzaro, auspicando che il governo possa scegliere una personalità di livello in sostituzione del magistrato calabrese.