Nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Antonella Lopardo, 49 anni, é morta perché le due persone che volevano uccidere il marito, Salvatore Maritato, di 53 anni, presunto esponente della cosca Forastefano della ‘ndrangheta e già condannato nell’operazione “Omnia”, l’hanno scambiata per lui.
Per la donna é stato fatale il fatto che, nel momento in cui gli assassini hanno suonato alla porta di casa, armati uno di un micidiale mitra kalashnikov e l’altro di una pistola, si é
avvicinata ad una finestra forse per capire di chi si trattasse.
I due sicari hanno intravisto una sagoma dietro una finestra e, convinti che fosse quella di Maritato, hanno fatto partire una raffica micidiale che non ha dato scampo alla donna, che é morta
all’istante. Il marito, che si trovava nella stessa stanza ma ad una certa distanza, non é stato neppure sfiorato dai colpi e si é salvato.
Maritato e la moglie erano soli in casa poiché la loro unica figlia si é trasferita da tempo in Emilia-Romagna.
Sul posto, per le indagini, si sono recati i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza.
Nell’immediato è stato sentito, a sommarie informazioni, il marito della vittima, il cui apporto alle indagini, secondo quanto si è appreso, si é rivelato però assolutamente
inconsistente. Nessun contributo, in particolare, da parte dell’uomo, sulla possibile identità di chi ha sparato e sul movente dell’agguato. Va detto, d’altra parte, che lo spessore
criminale di Maritato ed il suo ruolo tutt’altro che apicale nel contesto mafioso locale non giustificherebbero un’azione omicida ai suoi danni dalle modalità così spettacolari. A meno che
l’uomo, negli ultimi tempi, non abbia commesso qualche passo falso o abbia alzato eccessivamente la “testa”, al punto da determinare una “punizione” ai suoi danni anche da parte di
elementi interni al suo stesso gruppo criminale.
Le indagini sull’assassinio di Antonella Lopardo sono dirette, almeno per il momento, dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ma, a breve, il fascicolo dell’inchiesta dovrebbe passare alla Dda di CATANZARO, diretta da Nicola Gratteri. Pochi i dubbi, infatti, che l’uccisione della donna sia maturata in un contesto mafioso e che sia stata la ‘ndrangheta ad organizzare e mettere in atto l’agguato in cui avrebbe dovuto essere eliminato il marito. E invece é morta lei. (ANSA).