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Novembre,6,2024

Maxi sequestro di accessori da fumo (filtri e cartine) di contrabbando, merce e giochi contraffatti e 6 “videopoker” non collegati alla rete telematica

Nel quadro dei servizi di controllo economico del territorio disposti dal Comando Provinciale di Catanzaro per contrastare l’abusivismo commerciale, il contrabbando e l’irregolare detenzione di apparecchi da intrattenimento e divertimento, cc.dd. “Videopoker”, le Fiamme Gialle lametine, in due diversi interventi, hanno denunciato due imprenditori.
In un primo blitz, i finanzieri della Compagnia Pronto Impiego hanno sequestrato 12.960 confezioni di accessori da fumo, per oltre 795.000 filtri e cartine per tabacco, in completa evasione della relativa imposta di consumo: l’accisa.
I Finanzieri, dopo una mirata attività, hanno individuato un deposito, apparentemente anonimo e non collegato ad alcuna attività commerciale, ove erano stipati oltre 33 Kg di accessori da fumo illecitamente detenuti e destinati alla vendita.
Nello stesso deposito sono stati rinvenuti e sequestrati oltre 3.100 blisters di colla “LOCTITE SUPER ATTAK”, 1.000 confezioni di giocattoli di noti personaggi di fantasia della MARVEL, tutti contraffatti, e 128 consolle con oltre 59.120 giochi eseguibili, cosiddetti “retrogame” piratati, in violazione della normativa in materia di Diritti d’autore.
L’imprenditore, un cittadino di nazionalità cinese, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria lametina per i reati di: “contrabbando” ex art. 291 bis, comma 1, del D.P.R. 43/73 (oltre alla segnalazione all’ADM per il recupero dell’imposta evasa), “contraffazione marchi” ex art. 474 C.P., “duplicazione, detenzione, vendita di copie di opere tutelate dal diritto d’autore” ex art. 171- ter L. 633/41 e “ricettazione” ex art. 648 C.P.
In un secondo intervento, presso un circolo privato, sono stati scoperti 6 “videopoker” non collegati alla rete telematica nazionale. In particolare, per eludere i controlli, grazie a dei telecomandi, le apparecchiature potevano modificare la schermata di gioco, presentandosi “regolari” a una verifica non approfondita.
Il titolare, un cittadino italiano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme per la violazione dell’art. 640, comma 2, del Codice Penale (“truffa a danno dello Stato o di altro ente pubblico”).

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