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Ottobre,18,2024

Bonus edilizi, dal Cdm stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura

Bonus edilizi e superbonus: cambia tutto. Per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre è fatto divieto agli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati. Non potranno più farlo.
Potrebbe essere la pietra tombale sul superbonus edilizio, o almeno così la vedono alcuni esponenti politici dopo lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura. La decisione è stata dal Consiglio dei ministri, che ha dato il via libera al decreto legge che prevede, tra le altre cose, una stretta per i bonus edilizi.
“L’obiettivo – spiega il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti- è risolvere il nodo dei crediti”, arrivati ormai a 110 miliardi. Perchè? Per “mettere in sicurezza i conti pubblici”.
La mossa del Governo viene duramente attaccata dagli operatori del settore. L’Ance non ha dubbi: il governo affossa famiglie e imprese. La mossa del governo, arrivata a sorpresa con un’integrazione all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, è il decreto in materia di cessioni dei crediti di imposta relativi agli interventi fiscali. Due soli articoli, ma con misure d’impatto. Innanzitutto, lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito: d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta.
Sullo stop ai Bonus Edilizi arriva la nota della FeneaUil Calabria:

Sui crediti relativi ai bonus edilizi pare profilarsi un conflitto fra il Governo e gli enti locali che hanno avviato, o stanno studiando il modo di farlo come succede in Calabria, l’acquisizione dei crediti fiscali.
Se così fosse, purtroppo, non ci troveremmo soltanto di fronte all’ennesimo scontro di competenze ma dovremmo registrare il rischio di veder crollare un comparto, quello dell’edilizia, che è sempre stato un asse portante dell’economia italiana e che, adesso, si trova schiacciato da norme errate, da una applicazione delle stesse fuori controllo e da un rimpallo di responsabilità davvero inaccettabile.
Le imprese finirebbero per fallire sotto il peso di una marcata assenza di liquidità e i cantieri rischierebbero un blocco che, drammaticamente, si ripercuoterebbe con immediatezza sulla tenuta economica di migliaia di famiglie e provocherebbe un’emorragia occupazione difficilmente arginabile.
Sulla cessione dei crediti, come sottolineato dal Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella, siamo sicuramente contrari ad una eccessiva limitazione per questo riteniamo urgente intervenire per non limitare un meccanismo che può consentire anche ai meno abbienti di accedere agli incentivi e migliorare la qualità di vita propria e del Paese.
Per questo aspettiamo che il Governo trovi il modo di dare una risposta strutturale al problema al fine di sbloccare i crediti ed evitare l’esplosione di una tensione sociale inevitabile davanti ad un settore fatto di imprese e lavoratori disperati.
La Calabria, che ieri ha visto approdare in commissione e immediatamente rinviare una proposta finalizzata a regolamentare l’acquisizione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi, è solo una delle regioni italiane che – dopo la provincia di Treviso – si è mossa su questo percorso che potrebbe essere condivisibile se partecipato con tutti gli attori sociali interessati.
Quello che stupisce, invece, è il fatto che le organizzazioni sindacali di categoria – da sempre esplicitamente in campo per evitare pesanti ricadute occupazionali legati ad un sistema che si è inceppato bruscamente – non siano state convocate al tavolo della discussione davanti ai componenti della quarta commissione del Consiglio regionale.
Riteniamo sbagliato chiudersi al confronto, profondamente sbagliato non ascoltare le ragioni del Sindacato che vive, quotidianamente, le preoccupazioni di migliaia di lavoratori edili in tensione per il futuro delle aziende nelle quali prestano la loro manodopera e, di certo, potrebbe offrire spunti importanti per emendare un provvedimento che, sempre che il Governo non decida di mettersi di traverso, potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per un settore ad elevato rischio di rallentamento produttivo ed occupazionale.

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