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Novembre,23,2024

Coldiretti Calabria: ottime performance dal richiamo nei cibi all’italianità, indicazioni geografiche e provenienza regionale.

Calabria al dodicesimo posto in questa classifica e seconda nel miglioramento del volume di affari.

In una speciale e particolare indagine nei supermercati e ipermercati si rileva che è aumentato l’assortimento di referenze sulle cui etichette è esplicitata la provenienza da una specifica regione italiana, che sono arrivate a rappresentare ben l’11% dell’insieme dei prodotti alimentari e delle bevande in vendita. Questo’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti sui dati dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy nel 2021.

Speciali indicatori sono stati selezionati e analizzati in base alla segmentazione delle caratteristiche e delle performance ottenute e attribuiscono alla Calabria il dodicesimo posto. Emerge per la nostra regione che la percentuale dei prodotti segna un 0,3%, le vendite in valore 0,3%, il trend di vendite in valore 2021 sul 2021 segna l’8,7%, e il trend di valore 2020 sul 2019 è del 12,5%, la pressione promo contribuisce per il 33,2.

Con questi parametri, in termini di volume di affari nella classifica delle regioni la Calabria è al dodicesimo posto

Ma, segnala l’indagine, che l’annata 2021 è stata brillante per i 247 prodotti presentati in etichetta come provenienti dalla Calabria. Grazie al miglioramento del +8,7% del giro d’affari, sono stati il secondo paniere regionale per crescita assoluta arrivando a 102 milioni di euro di incassi. Tra i prodotti più rappresentativi e performanti si sono segnalati le cipolle rosse di Tropea, gli amari, il tonno e le clementine.

Merita considerazione anche l’aumento del giro di affari per le referenze sulle cui etichette è stata individuata la parola “filiera”. Questa commenta Coldiretti Calabria– è una linea di impegno che ci vede molto attenti realizzare i contratti di filiera che sono un tassello in più per l’equa distribuzione del valore lungo la filiera e per tutelare il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.

L’indicazione volontaria in etichetta della provenienza regionale evidenzia un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di pandemia e tensioni internazionali – sottolinea Coldiretti – premiano negli acquisti le produzioni legate al territorio, anche per sostenere l’economia locale.

Una tendenza confermata dal boom dei cibi a chilometri zero con quasi 4 italiani su 10 (37%) a caccia di prodotti locali, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa per i prossimi mesi, secondo l’analisi Coldiretti sulla base del rapporto Coop 2022 che fotografa gli effetti sul carrello della spesa della difficilissima situazione internazionale, con l’inflazione su valori record e la crisi degli approvvigionamenti di gas.

Nel carrello sembrano, invece, destinati a calare i prodotti pronti, l’etnico, anche perché più energivoro a causa dei lunghi trasporti, e quelli premium a causa delle esigenze di risparmio per la riduzione del potere di acquisto. Scelte rese necessarie da un balzo dell’inflazione che, secondo una stima Coldiretti, costerà nel 2022 alle famiglie italiane 650 euro in più soltanto per la spesa alimentare, a causa della guerra in Ucraina, che colpisce soprattutto le categorie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione. “Questa indagine – conclude Coldiretti – testimonia ancora una volta l’indispensabilità di continuare a lavorare per la valorizzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari che trovano forza e appeal proprio dall’indicazione di provenienza in etichetta”

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