Disappunto e sconcerto del sindacato Anaao rispetto all’accordo che il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha stipulato con una cooperativa della Repubblica di Cuba per il reclutamento di circa 500 medici, al fine di “colmare carenze croniche di organico dei nosocomi calabresi”. Ennesimo segnale della difficoltà in cui versa la sanità pubblica ma anche della fantasia creativa delle Regioni che si illudono di trovare soluzione a problemi strutturali attraverso provvedimenti estemporanei, dal vago sapore elettorale. “La trovata del Presidente Occhiuto – aggiunge il sindacato dei medici ospedalieri – ha costi non leggeri (3500 euro metti al mese +1200 di rimborso spese + benefit vari) ed evidenti difficoltà, dalla necessità di formazione aggiuntiva, alla diversità di lingua, alla non semplice integrazione in un sistema di cure sostanzialmente diverso da quello cubano. Senza contare i problemi medico legali, quali la responsabilità professionale e il riconoscimento dei titoli di studio”. Ma veramente non ci sono alternative? La 145/2018, meglio conosciuta come ‘Decreto Calabria’, permette ai medici in formazione specialistica di partecipare, a partire dal 3°anno di corso, ai concorsi ospedalieri e di essere assunti a tempo determinato con automatica conversione del contratto a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specializzazione. Una legge ampiamente utilizzata in diverse regioni italiane, che vede oltre il 90% degli specializzandi favorevole a questa opportunità lavorativa e formativa. L’Università degli Studi di Catanzaro boicotterebbe il reclutamento non concedendo il nulla osta. “500 medici specializzandi, con un know-how di conoscenze già integrate nel SSN sarebbero ben lieti di lavorare stabilmente in Calabria coronando il loro cammino professionale. Assicurando una boccata d’ossigeno al sovraccarico di lavoro dei medici calabresi e ponendo fine a situazioni vergognose come la recente odissea sanitaria dell’80enne di Soverato con aneurisma o la solitudine del Primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vibo Valentia, da giorni unico medico in servizio. La Calabria è all’ultimo posto per l’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza, paga 304 milioni di mobilità passiva in un anno con cittadini che migrano anche per interventi definiti “a bassa complessità”, addirittura per il parto, ha meno posti letto della media nazionale, è penalizzata dalla ripartizione del FSN. Nessuno nega la gravità della situazione. Chi, però, ha a cuore lo stato degli ospedali pubblici, stremati dalla carenza di medici, come di altre figure professionali, eviti soluzioni ad effetto, facili quanto sbagliate, e usi le leggi dello Stato per richiamare l’Università ai suoi doveri insieme con la leva retributiva a favore dei Medici in servizio, l’ultimo pilastro per evitare la bandiera bianca e il deserto sanitario” conclude la nota.