Otto persone arrestate con l’accusa di aver favorito e coperto la latitanza del boss Giuseppe Pelle, catturato nell’aprile 2018. E’ il bilancio di un’operazione condotta dalla squadra mobile della questura di Reggio Calabria, in esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari emessa dal gip. Tra gli arrestati anche la moglie, i figli, il genero e un nipote di Pelle: agli indagati vengono contestati, allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari, i reati di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale, con l’aggravante mafiosa. Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini relative alla ricerca del boss dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di San Luca, che, nell’aprile del 2016, si era sottratto all’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale di Reggio Calabria, in base al quale doveva scontare una pena residua di 2 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per associazione mafiosa. Durante la latitanza, Pelle era stato anche destinatario di un decreto di fermo – poi tramutato in ordinanza di custodia cautelare in carcere – per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nonché per turbata libertà degli incanti ed illecita concorrenza, sempre aggravati dal metodo mafioso: per queste ultime vicende Giuseppe Pelle è stato condannato in primo grado a 18 anni e mezzo di reclusione e, nello stesso procedimento, risulta coinvolto anche il figlio Antonio, condannato in primo grado a 14 anni e 8 mesi per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Protetto da una rete di fiancheggiatori prevalentemente a carattere familiare, Pelle venne catturato, dopo due anni di latitanza, in un appartamento di contrada Pistaria a Condofuri, all’interno di un immobile di proprietà della mamma di uno degli indagati.