La cosca Grande Aracri coinvolta nuovamente in una maxi operazione. I clan di Cutro, quindi, sono al centro di una operazione, denominata ‘Kiterion II’, scattata nella notte e curata dai Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, con il concorso di quelli di Catanzaro, per la cattura di 16 persone tra presunti capi e gregari della cosca facente capo alla famiglia di ‘ndrangheta ‘Grande Aracri’, attiva anche nel Nord Italia.
Al blitz hanno preso parte circa un centinaio di carabinieri, che hanno setacciato l’intera fascia dell’Alto Ionio calabrese. Gli arresti sono stati ordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro con le accuse di associazione mafiosa, estorsione, usura e omicidio. Dall’inchiesta è emerso il ruolo dominante che la cosca Grande Aracri aveva assunto non solo sulla provincia di Crotone, ma anche su quelle di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, oltre che nel nord Italia.
L’indagine dei militari ha consentito di far luce sulle attività intimidatorie e predatorie del clan, compreso l’omicidio di un boss del Crotonese ritenuto esponente di spicco della vecchia guardia della ‘ndrangheta, si tratta di Antonio Dragone, ucciso in un agguato il 10 maggio 2004 a Cutro. L’auto sulla quale Dragone viaggiava insieme ad altre due persone, rimaste illese, fu speronata dalla vettura dei sicari e quando il boss scese per cercare di fuggire fu raggiunto da numerosi colpi di mitra e di pistola al volto. Ci sarebbe anche un avvocato tra le 16 persone arrestate. Il legale, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per l’accusa avrebbe prestato la sua attività per le operazioni finanziarie della cosca e per cercare di condizionare le decisioni della Corte di Cassazione per avere sentenze favorevoli. Nell’inchiesta non è coinvolto nessuno della Corte suprema italiana ed inoltre, i carabinieri hanno arrestato anche il boss Nicolino Grande Aracri ed un fratello. Un altro fratello del boss è indagato in stato di libertà.