Migliaia di manifestanti sono tornati a scendere oggi in piazza in diverse città della Birmania per protestare contro la giunta militare che ha preso il potere con un colpo di Stato e la polizia ha nuovamente fatto uso di armi da fuoco, secondo quanto affermato da fonti dell’opposizione. I raduni sono avvenuti nonostante i raid effettuati la scorsa notte durante i quali sono stati arrestati alcuni leader del partito di Aung San Suu Kyi e uno di loro, ancora secondo l’opposizione, è morto dopo essere stato picchiato. Durante una manifestazione a Bagan, celebre per le sue pagode centenarie, sono state udite delle detonazioni e un giovane di 18 anni è stato colpito da un proiettile alla mandibola, secondo i soccorritori. Un sito d’informazioni locale parla di cinque feriti. A Rangoon, principale città e centro economico della Birmania, la polizia ha nuovamente sparato per disperdere i raduni, mentre i manifestanti scandivano lo slogan ‘Cacciamo il dittatore”. Cioè il capo della giunta militare, Min Aung Hlaing. La scorsa notte nella stessa Rangoon sono stati arrestati dirigenti della Lega nazionale per la democrazia (Lnd), il partito di Aung San Suu Kyi, capo di fatto del governo civile deposto con il colpo di Stato del primo febbraio. Un responsabile locale dell’Lnd, Khin Maung Latt, di 58 anni, è stato ucciso secondo fonti dell’opposizione. “E’ stato picchiato e poi portato via da casa sua, e non è sopravvissuto al duro interrogatorio al quale è stato sottoposto”, ha detto Tun Kyi, un ex prigioniero politico. ]]>