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Novembre,28,2024

COVID, ISS: VARIANTE INGLESE PIÙ TRASMISSIBILE DEL 37%, CON PUNTE DEL 60%

“In Italia si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica” tra il 18% fino ad arrivare a punte del 60%. Lo scrive l’Istituto superiore di sanità (ISS) in un aggiornamento delle Faq sulle varianti sul proprio sito. “La stima – si legge -, è stata ottenuta da uno studio di Iss, ministero della Salute, Fondazione Bruno Kessler, Regioni/Province autonome. Questi valori sono in linea con quelli riportati in altri Paesi, anche se leggermente più bassi. “La stima induce a considerare l’opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione”, si legge. Nella Faq viene descritto anche il metodo usato per calcolare la trasmissibilità. “La stima della trasmissibilità relativa del mutante Gb è stata effettuata tramite un modello matematico basato sui dati di due ‘flash survey’ condotte nelle scorse settimane sulla prevalenza della variante inglese – prosegue il testo – insieme a quelli dei ricoveri di 10 regioni. Le stime sono state fatte utilizzando diversi metodi matematici che hanno dato risultati consistenti tra loro”. Mutazioni tipiche delle varianti brasiliana e inglese del virus Sars-CoV2 sono state trovate nelle acque reflue raccolte a Perugia dal 5 all’8 febbraio e mutazioni tipiche della variante spagnola in campioni raccolti da impianti di depurazione a Guardiagrele, in Abruzzo dal 21 al 26 gennaio 2021. Le varianti sono state individuate da uno studio condotto dall’Istituto superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Puglia e della Basilicata.

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