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Novembre,25,2024

Operazione "Adorno": prevenzione e repressione contro il bracconaggio

Il fenomeno del bracconaggio sullo Stretto di Messina è legato principalmente al flusso migratorio che ogni anno interessa questi territori. Lo Stretto rappresenta una delle tre direttrici principali, unitamente a Gibilterra ed al Bosforo, su cui si muovono i grandi flussi degli uccelli migratori sull’asse Europa/Africa. Massicci spostamenti che avvengono nel periodo primaverile, a ridosso della stagione riproduttiva, con direzione sud-nord verso centro e nord Europa, e nel periodo autunnale, dove i migratori ritornano nei siti di svernamento in Africa, posti anche in aree sub sahariane. Questo fenomeno che investe le città di Reggio Calabria e Messina, coinvolge centinaia di migliaia di esemplari di vari rapaci di varie taglie e di varie specie di grandissimo interesse naturalistico oltre che fauna protetta. Questa pratica venatoria sul finire degli anni ’70 è diventata illegale. Per contrastare tutto ciò, il Corpo forestale dello Stato dagli inizi degli anni ’80 ha pianificato ed organizzato servizi specifici di prevenzione e repressione al fenomeno del bracconaggio nel periodo primaverile, prima, e successivamente anche per il periodo autunnale. Una attività che ha previsto l’impiego di un contingente specifico, denominato “Reparto Adorno”, in riferimento al nome con cui localmente viene definito il Falco Pecchiaiolo. L’area dello Stretto di Messina è stata inserita tra i sette black-spot – che sono le aree in cui il fenomeno del bracconaggio è particolarmente intenso – indicati nel “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici. Il Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, nel quale all’inizio dell’anno è confluito il Corpo forestale dello Stato, ha voluto dare nuovo impulso a questo servizio di tutela della fauna selvatica, mettendo in atto un dispositivo di prevenzione e repressione tanto sul versante calabrese che sul versante siciliano.

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