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Ottobre,4,2024

La Russia nel futuro del Cedro di Calabria

In attesa del riconoscimento del marchio Dop, il frutto, che con il bergamotto e’ uno dei prodotti tipici dell’agrumicoltura regionale, ha trovato una formidabile testa di ponte verso l’immenso mercato russo grazie ai buoni uffici dei rabbini che nella riviera dei cedri ogni anno prelevano gli agrumi necessari per il Sukkoth, una delle feste principali della religione ebraica. Testimonial di quella che per ora e’ un’operazione di nicchia, ma che potrebbe aprire prospettive interessanti per i produttori calabresi, e’ il rabbino capo di Russia in persona, Berel Lazar, che sta consolidando la presenza della comunita’ ebraica nel paese. La scorsa estate Lazar e’ stato nella riviera dei cedri per selezionare i frutti da importare. “Il nostro interesse per il cedro calabrese – spiega all’Agi Menachem Lazar, fratello del rabbino capo di Russia – e’ legato esclusivamente alla festa del Sukkoth, ma c’e’ la prospettiva di allargare l’orizzonte per il futuro”. Le comunita’ ebraiche, in Russia, soffocate per 70 anni sotto il peso del regime comunista, stanno gradualmente crescendo. Occorre, pero’, che l’offerta sia adeguata alle potenzialita’ della richiesta”. La produzione del cedro, in Calabria, e’ concentrata sulla costa tirrenica fra Tortora e Sangineto, con circa 300 produttori e oltre 90 ettari coltivati. La coltura, molto sensibile al freddo, trova in questa zona il microclima ideale.

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