Un’azione congiunta tra la Procura della Repubblica di Crotone e Congesi per stanare e perseguire quanti si sono allacciati abusivamente alla rete idrica pubblica.
Il fenomeno, che dai primi riscontri sembra essere piuttosto diffuso, ha trovato nell’azione della Procura e, per essa, da parte del procuratore Capoccia, una decisa azione repressiva: il magistrato ha delegato la Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri che, insieme alle Stazioni provinciali ed al personale tecnico del Consorzio che gestisce il servizio idrico cittadino, ha avviato una serie di controlli e sopralluoghi per colpire eventuali “abusivi”.
L’allaccio illecito e la relativa sottrazione di acqua – fanno sapere gli inquirenti – rappresenta difatti un vero e proprio furto, con l’aggravante penale, che può far scattare gli arresti. Gli accertamenti, che hanno avuto inizio lo scorso martedì 15 novembre, da subito hanno evidenziato la vastità del fenomeno ed hanno fatto immediatamente scattare, per i soggetti colti in flagranza di reato, il deferimento penale ed il sequestro del materiale idraulico utilizzato. Dai prossimi giorni si procederà ad una intensificazione dei controlli anche con verifiche incrociate tra residenti e contratti esistenti.
Il problema degli “abusivi” resta un fenomeno di importante rilievo, “poiché incide negativamente sui processi gestionali del sistema idrico integrato nei Comuni della provincia gestiti dal Congesi. Il servizio – fanno ribadiscono dal Consorzio – non può che essere pagato da tutti i soggetti fruitori, solo così può essere messo nelle condizioni di poter funzionare al meglio”.
E proprio per tali ragioni il Consorzio invita tutti coloro i quali si trovino in situazioni di questo tipo a regolarizzare prima possibile la loro posizione così da evitare azioni penali previste dalla legge e le relative sanzioni. Per evitare ciò sarà sufficiente per l’utenza recarsi presso gli sportelli commerciali aperti in ognuna delle sedi comunali di Congesi. Farlo entro il 31 gennaio 2017 consentirà di non incorrere nella sanzione pecuniaria prevista, pari a 500 euro, e nella relativa denuncia.