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LOTTA AL CANCRO, PIAZZA NAVONA COLORATA DI BLU E ARANCIONE PER UNA NOTTE

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Un momento della celebrazione, nell'ambito della giornata mondiale contro il cancro, la Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona si colora di blu e arancione, i colori simbolo del Word Cancer Day

Si è illuminata di blu e arancione, i colori simbolo del World Cancer Day, la Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona a Roma, diventando per una notte simbolo della lotta contro il cancro, mentre palloncini arancioni lanciati da cittadini e rappresentanti delle associazioni volavano in cielo. Per affermare che insieme, e con l’impegno di ognuno, si può riuscire a sconfiggere il tumore. Nelle vicinanze della fontana c’è una cornice con lo slogan “I Am And I Will” (Io sono e sarò) e il logo del Word Cancer Day, nella quale ci si può far fotografare, per poi postare la foto sui social. “Giornate come queste devono essere sempre più frequenti. Il cancro è un problema di tutti, che va al di là della politica – ha spiegato il sottosegretario al ministero della Salute, Armando Bartolazzi, presente alla cerimonia di accensione della fontana, che segna un’adesione attiva quest’anno del ministero -. Il cancro è un problema sociale. Nel 2018 sono stati stimati circa 370mila nuovi casi l’anno in Italia, quasi la popolazione di Bologna. Non c’è una famiglia che sia esente da questo tipo di problema. Un impegno del ministero a sostenere la ricerca e realizzare le reti degli Ircss, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, deve essere prioritario”. Il direttore generale dell’Ifo (Istituti fisioterapici ospedalieri), Francesco Ripa di Meana, sottolinea che “giornate come questa hanno il significato di rendere non solo compatibili, ma sinergiche, la rete professionale, che va continuamente costruita, e il rafforzamento della competenza dei cittadini”. “Colorare i monumenti – aggiunge – è una cosa molto bella, e fa pensare che è finita l’era della solitudine”. È l’immunoterapia “la grande svolta” nella lotta ai tumori secondo Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, una svolta di cui si è iniziato a parlare da sette-otto anni. “Ora esistono nuovi strumenti, le Car-t – conclude -, che si stanno aggiungendo all’armamentario, e si spera per il futuro nei vaccini anti-tumorali”.

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