É credibile che sia partito dalla Calabria l’ordine di uccidere Marcello Bruzzese, di 51 anni, originario di Rizziconi, assassinato la sera di Natale a Pesaro e fratello del collaboratore di giustizia Biagio Girolamo. É quanto si é appreso in ambienti della Dda di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, che sin dai primi momenti successivi all’omicidio si mantiene in stretto contatto con la Dda di Ancona e con la Procura della Repubblica di Pesaro. I dati della criminalità nelle Marche sono “in diminuzione. Cercheremo di essere ancora più attenti, poi questo signore, a cui ovviamente va un pensiero, una preghiera, aveva chiesto già da più di due anni e mezzo di uscire dal sistema di protezione, vediamo che cosa non ha funzionato”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini al suo arrivo alla Prefettura di Pesaro per il comitato dell’ordine e della sicurezza dopo l”esecuzione’ di Marcello Bruzzese, fratello di un pentito, da parte di 2 killer. “Vediamo che cosa non ha funzionato – ha detto il ministro – però sono qui a testimoniare che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualsiasi infiltrazione criminale. Stiamo attenti, staremo attenti, stiamo sequestrando e confiscando beni ai mafiosi, però sono orgoglioso dei lavoro che le forze dell’ordine stanno facendo in questa splendida regione che non merita di essere accostata a certi fenomeni”. Il ministro ha parlato di “migliorare un sistema di sicurezza che è assolutamente eccellente, fortunatamente ci sono tutti i dati della criminalità in diminuzione, grazie all’enorme lavoro di tutte le forze dell’ordine, polizia, guardia di finanza carabinieri. Cercheremo di essere ancora più attenti…”. Morra, a breve audizione in Antimafia – “L’omicidio avvenuto a Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia e pertanto sottoposto a protezione, è stato un evento grave ed inquietante. Ho deciso di convocare in commissione Antimafia, per i primi giorni di gennaio, il sottosegretario all’Interno, Luigi Gaetti, e il generale Paolo Aceto del Servizio Centrale di Protezione affinché possano aiutare a chiarire i punti oscuri di questa vicenda”. Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. “Una vicenda, come ha anche sottolineato il Procuratore De Raho, che dimostra che non è stato fatto il necessario per proteggere un collaboratore e i suoi familiari – ha aggiunto Morra – . La procura di Pesaro, la Dda di Ancona in collaborazione con quella di Reggio Calabria e le forze dell’ordine stanno lavorando a ritmo serrato per dare le dovute e necessarie risposte, oltre che per individuare gli assassini. Nel rispetto di questo lavoro credo che sia doveroso attendere gli sviluppi e che in commissione possano essere poste le domande che attendono risposta”.