Può l’arte, al pari dell’amore, ispirare così tanto l’animo umano da consentirgli l’elaborazione di versi unici ed intramontabili, scritti nel 1600 ma ad oggi così tanto necessariamente urgenti? Se a governare la penna è il drammaturgo simbolo della cultura occidentale, William Shakespeare, la risposta non può che essere positiva. Così, la seconda produzione di Armonie d’Arte Festival, “Shakespeare Sonetti ovvero il suono di dentro”, ha dimostrato ancora una volta l’obiettivo alto di un festival che vede nella cultura, nella bellezza, nell’arte in tutte le sue forme e sfaccettature le uniche alternative da perseguire se si vuole contribuire alla crescita del proprio territorio. La prima assoluta, per la regia di Dante Antonelli, è stata una sorta di viaggio dentro le anime diverse che il mondo shakespeariano può risvegliare in ciascuno, uno spettacolo in cui la parola ma più ancora il movimento e il suono hanno dialogato dando vita ad un momento indimenticabile di questa sedicesima edizione. Sul palco naturale dei soli ruderi, la compagnia “Armonici del momento”, Giovanna Cammisa, Alberto Baraghini, Francesco Tasselli, Ugo Benini, Pietro Turano, Claudio Insalaco, Vincenzo Grassi e Giuseppe Fabris; un gruppo di giovani attori, di varia provenienza, che ha creato una specifica performance dove la Chiesa Abaziale normanna del Parco Scolacium è sembrata recitare insieme agli attori. Ed è stata commistione di idee in grado di ripensare il grande drammaturgo simbolo della cultura occidentale in chiave contemporanea, rintracciando in alcune delle sue pagine più intense impronte di modernità, e restituendo al pubblico uno spettacolo inconsueto, portatore di forte impatto emotivo. Armonied’ArteFestival ha chiuso il cartellone con “Pitagora, La nascita di un uomo nuovo”. In scena Roberto Kirtan Romagnoli. Un viaggio dentro l’uomo moderno per eccellenza chiamato ad iniziare un’esperienza destinata a creare uomini nuovi; uno spettacolo attuale sul destino dell’uomo.
